Il futuro delle rinnovabili, come ben sappiamo, si gioca sul terreno dei sistemi di accumulo. Finora le batterie al litio hanno dominato il mercato ma si è alla costante ricerca di un materiale e di una tecnologia che possa essere più efficiente e soprattutto meno costosa.
Batterie al sale
Sul sodio si stanno concentrando, da diversi anni, gli sforzi della ricerca scientifica. I sali di sodio sono presenti in natura in grandi quantità, il che li rende facilmente reperibili e a un costo decisamente limitato. Ma, sebbene abbiano la ben nota capacità di trasportare una carica, fino a questo momento tutti i tentativi di utilizzare il sodio per l'energy storage si sono rivelati fatui, davanti a risultati prestazionali di poco conto.
L'innovazione dell'Università di Stanford
Ma forse siamo arrivati a un punto di svolta. Il merito va a un team di ricercatori dell'Università di Stanford che ha sviluppato un nuovo processo, illustrato sulle pagine della rivista Nature Energy, che dovrebbe risolvere i problemi che hanno limitato le batterie al sale finora sviluppate. Gli scienziati hanno usato un catodo di sale sodico dove gli ioni del sodio, dopo essere stati caricati positivamente, vengono legati a quelli del mio-inositolo e a un anodo di fosforo. Questo processo consente un flusso di elettroni che migliora notevolmente le prestazioni della batteria.
I ricercatori ci tengono a sottolineare che "nulla potrà mai superare il litio nelle prestazioni" ma, essendo un materiale raro e costoso, vi è la necessità di "cambiare strategia e sviluppare batterie al sodio, con alte prestazioni ma a basso costo".Un risparmio dell'80%
Il prototipo di batteria sodio-ione sviluppata ha una capacità reversibile di 484 mAh g-1, una densità energetica di 726 Wh kg-1 e un'efficienza superiore all'87%. Sul fronte dei costi, le nuove batterie al sale potrebbero far risparmiare fino all'80% rispetto a quelle al litio.