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BIM, a che punto siamo in Europa?

Il BIM (Building Information Modeling) progredisce ma non decolla. Quali sono i limiti da superare? E quali i benefici ottenibili?

mercoledì 19 settembre 2018 - Erika Seghetti

BIM

Il settore delle costruzioni in Europa rappresenta il 9% del PIL e impiega 18 mln di lavoratori. Nonostante i numeri siano tuttora importanti, la produttività del comparto, secondo i dati OCSE, diffusi in occasione del World Economic Forum, ha subito un deciso rallentamento negli ultimi 50 anni.

I motivi vanno rintracciati, sempre secondo l'OCSE, in una persistente frammentarietà dell'industria, in una scarsa collaborazione fra i player, nella difficoltà del settore ad adottare e adeguarsi alle tecnologie innovative, nella incapacità di reclutare una forza lavoro talentuosa e orientata al futuro e nel non essere in grado di trasferire le conoscenze acquisite da un progetto all'altro.

 BIM, una delle tecnologie più promettenti

 Davanti a questa situazione di stallo serve una forte spinta evolutiva.

Il World Economic Forum ha definito il BIM una delle 10 tecnologie più promettenti per il settore delle costruzioni, che può agire come forza in grado di ridurre tutti gli ostacoli al cambiamento, invertendo la tendenza in atto.

 

Tutte le tecnologie digitali stanno contribuendo a trasformare il modo in cui gli edifici e le infrastrutture sono progettati, costruiti e mantenuti. Ma il BIM è molto più di una tecnologia digitale e dovrebbe essere considerato come una metodologia strategica e completa per aumentare la produttività delle costruzioni, offrendo risparmi sui costi, una migliore gestione dei processi costruttivi, migliori prestazioni dei sistemi-edifici e una maggiore trasparenza e collaborazione in tutto il settore.

 L'Europa viaggia a velocità diverse

Questa consapevolezza sta crescendo e lo dimostrano le iniziative, portate avanti da un numero sempre maggiore di governi europei e organizzazioni del settore pubblico, volte a promuovere l'adozione più ampia del BIM a livello nazionale, regionale o pubblico. Eppure il BIM è ancora lontano dal raggiungimento del suo potenziale in Europa, soprattutto perché si viaggia a velocità molto diverse.

 

 

 Bene il Nord Europa

Ci sono paesi, come i Paesi Bassi, il Regno Unito e il nord Europa in generale, dove l'uso obbligatorio del BIM in progetti pubblici è già una realtà e si sta diffondendo anche nel settore privato.

Nei Paesi Bassi, il BIM sta diventando mainstream dalla maggior parte delle grandi compagnie di costruzioni. Inoltre, dal 2011 il governo chiede l'uso del BIM nella progettazione integrata e nei contratti di costruzione.

Alti e bassi per Francia e Spagna

A metà strada ci sono paesi come Spagna e Francia, dove l'entrata in vigore dell'obbligatorietà dell'uso del BIM nei progetti pubblici è prevista a breve.

 In Spagna, la piattaforma Es.BIM, iniziativa sponsorizzata dal Ministero spagnolo delle opere civili che coinvolge aziende e professionisti di diverse aree del settore Architettura, Ingegneria e Costruzioni (AEC), sta incoraggiando l'adozione del BIM assicurandosi che il processo copra l'intera catena di costruzione. La Spagna ha inoltre già fissato un calendario per l'attuazione dell'obbligatorietà del BIM nei progetti del settore pubblico.

Nessuna data certa invece per la Francia, anche se si parla dell'entrata in vigore dell'obbligo già dal prossimo anno. In suolo francese, i modelli 3D sono molto diffusi nel campo delle nuove costruzioni ma non può dirsi la stessa cosa sul fronte delle riqualificazioni. C'è anche da dire che il processo BIM non viene utilizzato nella sua completezza: lo si usa nelle fasi di ideazione e progettazione ma non in quelle successive di esecuzione. E' stata poi rilevata una scarsa implementazione del BIM da parte di tutti gli stakeholder coinvolti in un progetto.

 Polonia e Lituania in coda

Infine ci sono alcuni casi, come ad esempio quelli di Polonia e Lituania, dove si è ancora fortemente indietro. La Polonia sta cercando di recuperare il ritardo e gli investitori pubblici sono sempre più consapevoli dell'importanza e del potenziale della tecnologia BIM ma la strada da percorrere è ancora molta.

In linea generale insomma, punte di diamante a parte, l'Europa è ancora lontana dal raggiungimento dei risultati che stanno ottenendo leader mondiali come Stati Uniti e Canada, Giappone e Corea del Sud.

L'ostacolo più grande alla diffusione del BIM? Una conoscenza adeguata

 Quali sono i maggiori ostacoli che limitano l'adozione del BIM? Secondo alcuni studi le principali cause vanno rintracciate nella difficoltà ad affrontare un investimento iniziale, in un'assenza di standard nazionali e soprattutto nella mancanza di una conoscenza adeguata delle potenzialità e del funzionamento del BIM da parte di tutti i soggetti coinvolti nel settore AEC (Architettura, Ingegneria, Costruzioni).

 BIMplement, un progetto Ue per la formazione professionale

 E' proprio per colmare queste lacune a livello di conoscenze e competenze che è stato lanciato il progetto BIMplement, che prevede una formazione professionale continua rivolta a ciascun attore della catena costruttiva, in base al ruolo e ai compiti che dovrebbe svolgere.

L'obiettivo del progetto è quello di contribuire al raggiungimento di un approccio unificato al BIM in Europa, fornendo anche una metodologia su come identificare le diverse professioni e offrendo loro un addestramento specifico.

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