Il Joint research centre (Jrc) – durante la riunione plenaria dell'Etip Bioenergy tenutasi a Bruxelles il mese scorso – ha presentato gli ultimi dati sull’offerta e la domanda di biomassa in Europa (clicca qui).
Dai dati emerge una crescente domanda legata soprattutto all’aumento della bioenergia, anche se il principale utilizzo resta quello per l’allevamento di bestiame. Ricordiamo che la bioenergia al momento è la più grande fonte di energia rinnovabile dell’UE e dovrebbe rimanere una componente chiave del mix energetico nel 2030 e oltre.
Inoltre, sempre secondo le stime, nel 2015 sono state fornite e utilizzate circa 1,2 miliardi di tonnellate di biomassa, principalmente proveniente da fonti primarie (1 miliardo di ton) come colture agricole (51,5%) e loro residui (9,9%), biomassa al pascolo (11,7%), silvicoltura (26,6%), pesca e acquacoltura (0,3%). Altri 0,2 miliardi di tonnellate sono state fornite da fonti secondarie come carta riciclata, riutilizzo dei sottoprodotti della lavorazione del legno e recupero del legno e altri rifiuti organici. In aumento anche la biomassa proveniente dal recupero dei rifiuti. Tra il 2010 e il 2015, la quantità di rifiuti biologici non recuperati è stata ridotta del 45%.
Ma, per cosa viene utilizzata tutta questa biomassa? Per soddisfare diverse esigenze: mangimi e lettiere per animali (43,3%), alimenti a base vegetale (9,3%), frutti di mare (0,3%) ed energia (23,3%); inoltre, viene utilizzata per vari materiali (23,8%) come prodotti in legno e mobili, tessuti e diversi tipi di sostanze chimiche innovative a base biologica.
QUESTIONI AMBIENTALI. Se consideriamo che la biomassa è costituita da carbonio per il 52% della massa secca e che ogni tonnellata di carbonio fissato equivale a 3,66 tonnellate di CO2 atmosferica, le foreste europee sottraggono all'atmosfera 31 Mton di CO2 all'anno. La buona notizia è dunque che la nostra superficie boschiva è in lieve aumento e la produzione di legname a questi livelli è sostenibile. La cattiva notizia è che 31 Mton di CO2/anno compensano appena le emissioni combinate di due piccoli paesi: Lituania e Lussemburgo.