A EXPO Milano 2015, la ricercatrice ENEA Susanna Mariani ha ricevuto lo “Special Award for Organic Best Practices” per l’innovazione in agricoltura con il progetto “Neemagrimed”, mentre a SMAU Bologna 2015 un’altra ricercatrice dell’Agenzia, Anna Rosa Sprocati, ha vinto il premio “Smart Communities” per il biorestauro, una tecnica innovativa per la tutela e la conservazione dei beni culturali.
Scelto tra 780 progetti incentrati sull’innovazione in agricoltura e allevamento, il progetto “Neemagrimed” ha vinto il premio internazionale assegnato a EXPO 2015 dalla piattaforma tecnologica europea per l’agricoltura biologica TP Organics, nell’ambito del concorso “Feeding Knowledge”, dedicato alle buone pratiche per la sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile. Il progetto riguarda lo sviluppo del “Neem Cake”, un fertilizzante biologico a basso costo con proprietà di insetticida naturale, adatto per applicazioni in agricoltura e zootecnia biologiche, che si ottiene dagli scarti di lavorazione dell’albero di Neem, originario di India e Birmania. Attraverso un complesso processo di stimolazione della biodiversità microbica del terreno, il Neem Cake contribuisce all’aumento della fertilità del suolo. Non solo. ENEA ne ha ricavato un potente fitoestratto ad attività fortemente insetticida, utile per il “pest management” dei terreni acquitrinosi per contrastare la diffusione di insetti e parassiti che attaccano le radici delle piante. L’insetticida è stato utilizzato negli allevamenti ovini che sono l’habitat ideale delle larve dell’insetto responsabile del virus della “lingua blu delle pecore”.
Il progetto si è distinto sia per i risultati ottenuti che per l’approccio metodologico che ha coinvolto agricoltori e allevatori. Un modello per i prossimi bandi di Horizon 2020 sull’agricoltura biologica. Hanno collaborato con l’ENEA al progetto, le Università “Sapienza” di Roma, di Sassari e di Bologna e l’azienda “I CONSIGLI DELL’ESPERTO”.
PREMIATO IL BIORESTAURO A SMAU 2015. SMAU 2015, il Salone dell’Innovazione di Bologna, ha assegnato oggi al biorestauro il premio “Smart Communities” dedicato ai migliori progetti per la tutela del patrimonio storico e culturale, la mobilità sostenibile, la sicurezza e l’efficientamento energetico. Batteri e funghi sono alla base dell’innovativa tecnica messa a punto dall’ENEA, un vero e proprio esercito di micro-restauratori con cui è possibile intervenire “su misura” in base ai materiali (dipinti, affreschi, carta, pergamena, marmo o legno) e alle sostanze da rimuovere (colle animali e sintetiche, resine, idrocarburi, oli, gessi o carbonati). Bassi costi e atossicità sono gli altri tratti distintivi di quella che si configura come una rivoluzione nel campo del restauro, già applicata su diversi monumenti in Italia, dalle statue in marmo della Galleria Nazionale di Arte Moderna agli affreschi della Galleria dei Carracci a Palazzo Farnese a Roma, passando per i dipinti murali della Casina Farnese sul Palatino e quelli su tavole di legno nei Musei Vaticani. Il progetto è stato sviluppato da Anna Rosa Sprocati, coordinatrice del laboratorio ENEA di “Microbiologia Ambientale e Biotecnologie Microbiche”, presso il quale collaborano alle applicazioni del biorestauro anche le ricercatrici Chiara Alisi, Flavia Tasso, Paola Marconi, Giada Migliore e tanti dottorandi e tesisti che negli anni hanno contribuito a queste attività di ricerca.