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Bonus 600 euro decurtato dai compensi di architetti e avvocati: presentata una interrogazione alla Camera

“Sul bonus di 600 euro per i professionisti ci sono state delle irregolarità. Molti studi hanno scelto di trattenere 600 euro dal compenso dei propri collaboratori”, ha denunciato la deputata Gribaudo. La risposta del sottosegretario Di Piazza all'interrogazione

venerdì 24 luglio 2020 - Redazione Build News

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La deputata del Pd Chiara Gribaudo ha presentato in commissione Lavoro della Camera una interrogazione che richiama l’attenzione del Governo sulla necessità di assicurare ai professionisti e lavoratori autonomi con partita IVA e in regime di monocommittenza il percepimento del bonus di 600 euro previsto dall’articolo 44 del cosiddetto «decreto Cura Italia».

“Sul bonus di 600 euro per i professionisti ci sono state delle irregolarità”, scrive su facebook Gribaudo. “Molti studi hanno scelto di trattenere 600 euro dal compenso dei propri collaboratori (la cifra corrispondente al bonus previsto per il lockdown). Si tratta di una gravissima situazione di sfruttamento dei professionisti più giovani e più deboli, che non possiamo tollerare. Quindi è nostro compito lavorare per dare attuazione immediata all’equo compenso, come votato anche dal Parlamento nella scorsa legislatura. La condizione delle lavoratrici e dei lavoratori con la Partita Iva è complessa e merita attenzione. E la mia generazione lo sa bene”, conclude la deputata.

LA RISPOSTA DEL SOTTOSEGRETARIO ALL'INTERROGAZIONE. Riportiamo il testo della risposta del 22 luglio del sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Stanislao Di Piazza, all'interrogazione:

“Con il presente atto parlamentare, l’Onorevole interrogante richiama l’attenzione del Governo sul bonus per i lavoratori autonomi riconosciuto dal Decreto Cura Italia agli avvocati in regime di mono committenza.

In via preliminare e con riferimento alla notizia riportata dall’interrogante, secondo il quale i titolari di alcuni studi legali stanno decurtando dalle retribuzioni mensili dei propri collaboratori l’importo del bonus dei 600 euro riconosciuto agli stessi dal Decreto Cura Italia, corre l’obbligo di dire, conformemente a quanto già detto dall’Ordine degli Avvocati di Vicenza con la circolare del 10 aprile 2020, che qualora si realizzasse da parte dei titolari di studio qualsiasi comportamento diretto ad imputare l’emolumento percepito dal collaboratore alla retribuzione mensile, non solo tale comportamento sarebbe palesemente illegittimo con riferimento alle pattuizioni contrattuali che intercorrono con i collaboratori dello studio, ma verrebbe meno il presupposto stesso del bonus, che viene erogato sulla base dei redditi prodotti.

Ciò detto, al fine di affrontare e superare un momento difficile come è stato ed è quello dell’emergenza da COVID-19 è assolutamente condivisibile il richiamo al rispetto dei principi di solidarietà professionale che deve sempre prevalere sui comportamenti isolati di alcuni e che il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Vicenza ha rimarcato nella propria circolare del 10 aprile 2020.

Nell’evidenziare che il Ministero che rappresento vigila sugli enti privati di previdenza obbligatoria e non sui Consigli degli Ordini professionali, la cui competenza è riservata ad altri Ministeri competenti per materia, ribadisco che, al di là dei controlli e delle eventuali sanzioni che potranno e dovranno essere irrogate dai Consigli degli Ordini dei professionisti per eventuali condotte eticamente non corrette degli iscritti, l’interrogazione posta sollecita la riflessione su tutti quei fenomeni distorsivi legati ai rapporti professionali, facendo riflettere, altresì, sul fatto che questo tema deve essere affrontato con l’obiettivo di garantire i medesimi diritti e le medesime garanzie a tutti i lavoratori che prestano la loro opera, personalmente e in modo continuativo, nell’interesse esclusivo di un altro soggetto.

Al riguardo, preciso che il Ministero della Giustizia, interpellato sulla questione in quanto organo che esercita la vigilanza sugli ordini professionali degli avvocati ha comunicato che non risultano pervenuti al Ministero esposti o denunce relativi ai fatti descritti, che così come descritti non consentono, tra l’altro, di individuare alcuna vicenda concreta suscettibile di attivare un Consiglio distrettuale di disciplina con riguardo a qualche singolo professionista.

Garantisco, infine, su questa tematica il massimo impegno del Ministero che rappresento”.

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