“Consegna ai meno abbienti, da parte dei servizi sociali comunali, di un bonus da spendere da parte dei beneficiari con i locatori più disponibili e comunque nell'ambito del sistema di locazioni calmierate”.
Annunciato da Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, questo piano “consentirà a Stato e Comuni di ridurre a un terzo la spesa pubblica per l'emergenza abitativa”, spiega Sforza Fogliani, ma “presuppone, però, che Stato e Comuni rinuncino ad ogni pretesto per fare una politica clientelare basata su edilizia pubblica e alloggi per i senzatetto nei residence, che non serve a niente, come dimostra chiaramente la situazione fallimentare attuale, basata su un blocco degli sfratti che dura da 70 anni e che solo questo governo e il ministro Lupi in particolare intendono far saltare”.
Il decreto Milleproroghe ora all'esame del Parlamento non contiene infatti la proroga del blocco degli sfratti (LEGGI TUTTO), una pratica che andava avanti da 31 anni.
Se si vuole allargare l'affitto al livello dei Paesi anche europei nei quali esso non è stato ucciso da leggi dell'equo canone e dalla tassazione – dice il presidente dell'associazione dei proprietari immobiliari - non c'è che il sistema dei bonus da noi proposto, non a caso seguito nei Paesi in cui il diffondersi della locazione non è influenzato da interessi clientelari o nascosti. Ma per assicurare la mobilità sul territorio e risolvere il problema, i Comuni sono disposti a spendere meno? Il problema paradossalmente è questo.
LA BATTAGLIA DI LUPI “CARTINA DI TORNASOLE”. Secondo Sforza Fogliani
La battaglia che il ministro Lupi sta combattendo in materia di sfratti è una battaglia, anzitutto, di civiltà oltre che di difesa dello Stato di diritto: una società che non rispetta i contratti privati è una società che si distrugge da sola, alla mercé di chi grida più forte, ha più fertile l’inventiva di dati e situazioni. Il diritto è stato in Italia violato 30 volte in soli 35 anni, non esiste Paese al mondo in cui le esecuzioni di rilascio dei privati sono bloccate – formalmente o di fatto – da 70 anni, mentre prosperano quelle dell’edilizia pubblica, per le quali sole la Forza pubblica si trova. La strada da percorrere è quella che lo sblocco indica: i Comuni devono avvalersi delle apposite provvidenze ministeriali (800 milioni di euro solo nel 2015) e, come previsto dalla legge 431, dare in concessione ai casi di indigenza veramente tali, a seguito di loro diretto accertamento, gli immobili disponibili per essere locati a canone calmierato. Così, si rispetterà la legge e si darà un segnale forte agli investitori sia nazionali che esteri.