Lo stop alla cessione multipla del credito introdotto dal Decreto Sostegni ter continua a far discutere il mondo dell’edilizia. Con un nuovo comunicato stampa, Finco torna a criticare il provvedimento, definendolo dannoso e controproducente. Secondo la Federazione che riunisce le imprese specialistiche e superspecialistiche delle costruzioni, lo stop alla cessione multipla del credito sta causando:
- un blocco dell'acquisto dei crediti d'imposta da parte di Cassa Depositi e Prestiti e della Piattaforma della cessione dei crediti d'imposta di Banco Posta;
- conseguente blocco del mercato secondario dei crediti d’imposta e inoperatività degli istituti di minore capacità fiscale, quali ad esempio le Banche di Credito Cooperativo;
- sospensione dell’acquisto dei crediti d'imposta da parte di uno dei principali istituti di credito italiano in quanto operante attraverso piattaforma di altro istituto controllato;
- crisi delle imprese maggiormente esposte che si erano affidate a questi istituti;
- blocco dei cantieri avviati, dei contratti per interventi cantierabili e sospensione sine die delle forniture;
Per quanto riguarda le frodi, Finco rileva che quelle di cui finora si è avuto notizia hanno coinvolto società e/o persone di evidente inaffidabilità per la presenza di almeno uno dei seguenti aspetti:
- società inattive da anni o neo costituite quasi tutte senza dipendenti, scatole vuote;
- soggetti già coinvolti in altre truffe;
- società intestate a prestanome;
- società in stato prefallimentare;
- persone fisiche nullatenenti destinatarie di cessioni multiple per milioni di euro.
L’Agenzia delle Entrate avrebbe potuto quindi attivare delle procedure di controllo sulle banche dati di cui dispone da anni non solo inibendo a questo tipo di società la possibilità di operare sulla piattaforma di cessione dei crediti, ma anche inviando prima la GdF a siffatti soggetti, piuttosto che trovarsi nelle condizioni di dover ora rincorrere crediti volatilizzati.
Di conseguenza, Finco propone di:
- creare una Commissione parlamentare di verifica degli aspetti organizzativi e di funzionamento degli uffici dell’AdE preposti, senza alcun fermo delle attività, tenuto peraltro conto delle oltre duemila assunzioni da tempo annunciate.
- prorogare il termine del 16 marzo per le cessioni di tutte le tipologie di crediti, considerati i periodi di inattività della Piattaforma adibita a tal fine;
- attivare le procedure di controllo automatico sulla Piattaforma AdE;
- modificare l’art. 28 del D.L. “Sostegni ter”, per consentire ulteriori cessioni verso istituti di credito e altri soggetti vigilati da Banca d’Italia.
- introdurre l’obbligo di adeguata attestazione Soa per i lavori oltre alla soglia minima di 150.000 e non ultronei riferimenti a contratti stipulati dalle parti sociali “maggiormente rappresentative”.
- rendere obbligatoria l’assicurazione del credito per società costituite a partire dal 2019;
- rivedere la decisione di OIC – Organismo Italiano di Contabilità – interessata da AdE, di allocare nel bilancio delle imprese il differenziale tra credito incassato e credito ceduto negli oneri finanziari, che influenza il DSCR (l’indice utilizzato per individuare la crisi d’impresa) peggiorando enormemente il rating delle aziende;
- prolungare di almeno 2 mesi il Superbonus per le unifamiliari, per le quali deve essere stato eseguito almeno il 30% dei lavori entro giugno, visto il blocco provocato prima dal decreto “anti frodi” e poi dall’art. 28 del decreto “Sostegni ter”.
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