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Bonus edilizi e superbonus, la stretta del governo è trasversale a tutte le agevolazioni

La stretta voluta dal governo non coinvolge unicamente il superbonus, ma è trasversale e impatta su tutti i bonus edilizi

martedì 14 maggio 2024 - Pierpaolo Molinengo

bonus (1) Fonte pexels.com

Il superbonus e i vari bonus edilizi rappresentano uno dei nodi principali intorno al quale verte l’attività legislativa e politica di questi mesi. L’intenzione del Governo è quella di lanciare un segnale chiaro e inconfutabile: si vuole dare un stretto giro di vite alla cessione del credito e si vuole fermare la circolazione della moneta fiscale, che è scaturita dalle varie agevolazioni edili avviate nel corso degli ultimi anni. E che costituiscono, a tutti gli effetti, una vera e propria zavorra per i conti pubblici del nostro paese.

A finire sotto la lente d’ingrandimento del governo, oltre al superbonus ora come ora ci sono anche i vari bonus edilizi, le cui agevolazioni valgono qualcosa come 9 miliardi di euro di detrazione: questo è il dato che si evince dalle dichiarazioni dei redditi che sono state presentate nel corso del 2023.

Con un emendamento che è stato presentato in sede di conversione del Decreto Legge n. 39/2024, sono state introdotte alcune disposizioni, il cui scopo è quello di limitare il più possibile l’utilizzo in compensazione dei crediti fiscali che i contribuenti hanno maturato grazie proprio ai bonus edilizi. Le famiglie, quindi, non devono tenere conto solo e soltanto della ripartizione obbligatoria in dieci anni dei crediti maturati grazie al superbonus. Oltre al tanto discusso divieto di cessione per le singole annualità che, almeno di fatto, ha penalizzato gli incapienti.

La stretta del governo colpisce tutti i bonus edilizi

L’obbligo di ripartire in dieci anni i crediti fiscali riguarda anche il bonus barriere architettoniche, non solo il superbonus. Questa novità avrà un impatto molto importante su imprese e contribuenti, che ci impiegheranno più tempo a recuperare il credito d’imposta maturato.

Quella appena descritta, a ogni modo, non costituisce l’unica novità prevista dal testo dell'emendamento voluta da Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia.

Il governo, infatti, si accinge a introdurre una stretta che andrà a impattare su tutti i bonus edilizia. Tra le modifiche fortemente volute dal MEF vi è l’assoluto divieto di cedere delle singole annualità delle detrazioni che sono maturate per dei lavori effettuati. Questa novità, purtroppo, andrà a penalizzare soprattutto gli incapienti, che non sono stati in grado di cedere complessivamente tutti i crediti fiscali maturati con il superbonus e i vari bonus edilizi.

Inutile negarlo, questa questione si va a legare in maniera indissolubile al blocco della cessione del credito e al venir meno della possibilità di usufruire della remissione in bonis entro il 15 ottobre 2024. In altre parole, quanti non sono riusciti a cedere i propri crediti fiscali entro lo scorso 4 aprile 2024, sono obbligati a diluire le detrazioni nell’arco dei prossimi dieci anni nelle varie dichiarazioni dei redditi. I contribuenti, in altre parole, non avranno più la possibilità di decidere ogni anno se effettuare la cessione: una decisione che, spesso e volentieri, viene presa dopo aver appurato che ci sia sufficiente IRPEF per poter portare in detrazione i crediti fiscali maturati.

Che cosa succederà, a questo punto, agli incapienti? Il rischio è quello di perdere l’intero incentivo maturato, non avendo più la possibilità di andare a monetizzare i crediti fiscali riconosciuti in via teorica. Per Il momento, però, il governo non sembrerebbe intenzionato a mettere una pezza a questo problema: l’impegno principale è quello di riuscire a riequilibrare la finanza pubblica.

A ogni modo la stretta non si ferma qui. Allo studio ci sarebbe anche un bonus ristrutturazione slim, che dovrebbe partire nel 2028. I contribuenti avrebbero la possibilità di ottenere una detrazione al 30% invece del 505 che è previsto oggi come oggi.

Stop ai pannelli solari sui terreni

A far discutere, in questo momento, è anche il Decreto Agricoltura, che è stato approvato il 6 maggio 2024 dal Consiglio dei Ministri.

Il provvedimento è stato bloccato dal Quirinale, che ha espresso una serie di rilievi su alcune novità che sono state introdotte, tra le quali ci sarebbe il divieto di installare degli impianti fotovoltaici sui terreni agricoli: l'obiettivo di questo divieto, almeno sulla carta, sarebbe quello di preservare le terre produttive.

Attraverso il provvedimento, a ogni modo, dovrebbero essere introdotte delle agevolazioni per le imprese del settore, che dovrebbero contribuire a:

  • contrastare le pratiche sleali;
  • sostenere il lavoro in agricoltura;
  • razionalizzare la spesa;
  • arrestare la diffusione della peste suina africana e la brucellosi;
  • contenere la diffusione e la proliferazione delle specie alloctone come il granchio blu.

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