Se c’è una materia che più di altre ha subìto e probabilmente continuerà a subire numerose modifiche normative è proprio quella dei bonus edilizi. I vari governi che si succedono procedono infatti a vista, non solo di anno in anno come si fa ormai d’abitudine per la materia pensionistica, ma praticamente di trimestre in trimestre, per tenere sotto controllo le ricadute che le agevolazioni sulla casa hanno sul bilancio dello Stato, cercando però anche di non porre un freno totale che bloccherebbe non solo il settore delle costruzioni ma probabilmente buona parte dell’economia nazionale.
Ecco spiegato, in estrema sintesi, perché il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in questo momento ha l’arduo compito di fare l’acrobata, tenendo in piedi un delicato equilibrio. Cittadini e addetti ai lavori probabilmente continueranno ad essere disorientati, confusi, male informati.
Quindi, dopo i vari “terremoti” che negli ultimi mesi hanno ridotto notevolmente la portata del più famoso degli incentivi, l’ex Superbonus 110%, proviamo a ricostruire lo stato dell’arte, ovvero il quadro normativo attualmente in vigore e che nella pratica consente ancora di poter beneficiare di vantaggi fiscali sulle ristrutturazioni edilizie o sugli interventi che riguardano il patrimonio immobiliare.
Quel che resta dei vari bonus edilizi
Cominciamo dal principe di tutte le agevolazioni, il Superbonus, che come noto è legato a un numero ristretto di interventi, nello specifico lavori che assicurino le più elevate performance nel raggiungimento del risparmio energetico. È stato prorogato al 2025 ma con forti limitazioni rispetto al passato. La percentuale infatti è passata dal 110% al 70% per il 2024 e passerà al 65% per l’anno successivo, come previsto nell’ultima legge di Bilancio. Inoltre con il recente decreto di marzo il governo ha azzerato la possibilità di cessione del credito e di sconto in fattura, lasciano di fatto solo la detrazione in sede di dichiarazione dei redditi.
Continua ad essere vigente il cosiddetto Bonus casa anche detto bonus ristrutturazione, perché legato a interventi di ristrutturazione, ovvero manutenzione ordinaria e straordinaria. Possono beneficiare dell’agevolazione interventi come la sostituzione del tetto, degli infissi esterni, dei serramenti o delle persiane. Nel 2024 si ha diritto una detrazione Irpef de 50% per un importo massimo di spesa di 96 mila euro. Per gli anni successivi, salvo ulteriori proroghe, la percentuale dovrebbe scendere al 36%.
Ecobonus, differente tra case singole e condomini
Stesso discorso per l’Ecobonus, l’agevolazione fiscale per gli interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici, sopravvissuto nelle due modalità differenti, come agevolazione per villette o singole abitazioni e per i condomini.
In caso di villette o singole abitazioni per le spese sostenute fino alla fine del 2024 si può chiedere una detrazione Irpef o Ires del 50%, del 65%, del 70%, del 75%, dell'80% o dell'85%, co un limite massimo di spesa che va da 30 mila a 100 mila euro, in base alla tipologia di intervento: pannelli solari termici, impianti di riscaldamento, strutture opache verticali, pareti isolanti o cappotti, pavimenti e coperture, finestre e riqualificazione energetica generale degli edifici.
La detrazione per la maggior parte degli interventi è del 65%, da spalmare in 10 anni. Scende al 50% per l’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi, delle schermature solari, degli impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili; della sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A o con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. L’agevolazione però risale al 65% se le caldaie di classe A sono dotate di sistemi di termoregolazione evoluti.
I condomini invece godono invece di una detrazione per gli interventi effettuati sulle parti comuni del 70 o del 75% se si raggiungono determinati indici di prestazione energetica. Le detrazioni vanno calcolate su un montante di spesa non superiore a 40 mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio. Inoltre se l’edificio si trova nelle zone sismiche 1,2 e 3, la ristrutturazione delle parti comuni gode di un’agevolazione dell’80% se i lavori sono finalizzati sia alla riduzione del rischio sismico sia alla riqualificazione energetica con il salto di una classe energetica. Si passa invece all’85% quando l’intervento porta ad ottenere un miglioramento di due classi. E dal momento che gli interventi per la riduzione del rischio sismico sono in genere più onerosi il tetto di spesa è fissato a 136 mila euro da moltiplicare per il numero delle unità immobiliari.
Sismabonus e altri bonus
Vige ancora Sismabonus legato soltanto a lavori che puntano alla la riduzione del rischio sismico. La detrazione è del 50%, da spalmare su più anni, con un tetto di spesa di 96 mila euro per unità immobiliare. La detrazione aumenta a seconda dell’entità della riduzione del rischio sismico che si ottiene: 70% per l’incremento di 1 classe, 80% per 2 classi, e quando i lavori sono stati realizzati sulle parti comuni dei condomini.
Infine sono sopravvissuti nel contesto normativo attuale il Bonus per eliminare le barriere architettoniche (nel 2024 detrazione Irpef del 50% da ripartire in 10 quote annue, su un importo massimo di 96 mila euro) e il Bonus verde per la sistemazione a verde di aree scoperte private, per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili (detrazione Irpef del 36% su un importo massimo di 5 mila per unità immobiliare a uso abitativo).
In conclusione è innegabile affermare che le agevolazioni fiscali sui lavori e gli interventi edilizi sussistono ancora nel 2024 ma anche che il trend che si delinea per gli anni a venire è quello di un’ulteriore riduzione della loro portata. Salvo modifiche naturalmente, perché qualcuno potrebbe pensare che questa infondo sia una sorta di “strategia di marketing” per invogliare ad anticipare lavori che magari si vorrebbe rimandare ad anni successivi.