Le sole detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio determinano un minor gettito stimato nel Rapporto sulle Spese Fiscali per il 2024 pari a oltre 11 miliardi di euro.
Lo evidenzia la Corte dei conti nella sua audizione del 7 ottobre sul Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 presso le Commissioni riunite Bilancio della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Quali sono le detrazioni che assorbono più risorse
“La categoria che assorbe il maggior impegno di risorse è quella delle agevolazioni legate agli immobili (tra cui vengono censite la deduzione abitazione principale, regime della cedolare secca, ristrutturazioni edilizie e efficientamento energetico), il gruppo ricollegabile al welfare (dove viene censita tra l’altro l’irrilevanza fiscale dell’assegno unico, le detrazioni per spese sanitarie e l’esenzione per le pensioni di tipo assistenziale) e il gruppo degli incentivi per gli investimenti materiali e immateriali delle imprese”, rileva la Corte dei conti.
Spese fiscali, il bonus ristrutturazioni pesa per oltre 11 miliardi
“Anche accantonando la nota vicenda del Superbonus 110%, ampiamente discussa in altri documenti, è importante sottolineare che le sole detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio (che maturano con un’aliquota del 50 per cento della spesa nel 2024 su tutti gli immobili residenziali) determinano un minor gettito stimato nel Rapporto sulle Spese Fiscali per il 2024 pari a oltre 11 miliardi di euro”. Il minor gettito ricollegabile alle principali agevolazioni del recupero del patrimonio edilizio e dell’efficientamento energetico è stimato per il 2024 pari a circa 40 miliardi.
In base alle dichiarazioni IRPEF, si registra la crescita del valore delle detrazioni che, rispetto al 2010 sono quadruplicate, mentre la quota di beneficiari si è stabilizzata nel 2022 intorno al 25 per cento.
Il bonus ristrutturazioni è regressivo: i beneficiari nelle classi più elevate
La Corte dei conti fa notare che “i beneficiari sono concentrati nelle classi più elevate. Il 5 per cento della popolazione più ricca (collocata nel ventesimo ventile) assorbe quasi il trenta per cento delle detrazioni per le ristrutturazioni nell’anno di imposta 2022. Si tratta dunque di un’agevolazione con carattere fortemente regressivo: se anche l’entità dell’agevolazione è prevista scendere (a legislazione vigente l’aliquota delle detrazioni passerà dal 1° gennaio 2025 dal 50 per cento al 36 per cento), interventi per differenziare il trattamento di favore a seconda della tipologia di immobile o del reddito del beneficiario potrebbero essere considerati per contenere l’impegno di risorse in questo campo”.
La nuova direttiva EPBD
“Questione diversa è l’incentivazione dell’efficientamento energetico degli edifici per cui, nonostante l’ingentissima mole di risorse recentemente impegnate con il Superbonus, molte risorse dovranno essere investite nei prossimi anni. La direttiva EPBD (Energy performance of buildings Directive IV), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea serie L del 08/05/2024, ha infatti fissato delle soglie minime di aumento dell’efficienza energetica per il 2030 e il 2035 e per cui andrà sviluppato un piano che accompagni gli investimenti per l’efficientamento dell’intero patrimonio edilizio e in particolare di quello delle famiglie e che non hanno beneficiato del Superbonus”.