Se la Brexit, ovvero l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea che potrebbe essere sancita dal referendum in programma il prossimo 23 giugno 2016, si avverasse cosa succederebbe al settore delle costruzioni? Un voto favorevole avrebbe delle conseguenze dannose sul comparto edile britannico perché scardinerebbe una serie di equilibri ormai dati per assodati. A partire dalle importazioni, passando per i problemi che potrebbero esserci con la manodopera straniera fino ai risvolti economici di una sterlina che, perlomeno in un primo momento, potrebbe crollare in termini di valore. A sollevare la questione è Stephen Stone, amministratore delegato di Crest Nicholson, colosso delle costruzioni, sulle pagine del The Guardian.
“Se la Brexit dovesse diventare realtà sarebbe una delusione- ha dichiarato Stone- e come azienda siamo molto preoccupati, perché stiamo crescendo molto e il rischio che la crescita si arresti è reale.”
Importazioni di materiali edili a rischio
Durante il periodo di crisi finanziaria e di recessione Crest ha dovuto dimezzare la sua forza lavoro, che era pari a 800 impiegati, ma adesso non solo è tornata ai livelli pre-crisi ma li ha superati, con 850 lavoratori di cui 90 apprendisti. Uscire dall’Ue secondo Stone metterebbe a rischio anche questi apprendisti perché è improbabile che riuscirebbero ad assumerli.
Ma la questione principale è un’altra: l’importazione. Gran parte del materiale da costruzione viene attualmente importato: i mattoni provengono dal Belgio, piastrelle in ceramica e la componentistica di bagni e cucine dalla Spagna e gli elettrodomestici dalla Germania. ??
"Abbiamo forti relazioni con i nostri fornitori europei", ha detto Stone. "Alcuni legami, come quelli con il Belgio e la Spagna, potrebbero essere mantenuti ma ci vorrebbero un paio di anni di negoziazione.”
Rallentamento degli investimenti
Se i sondaggi, che fino a qualche giorno fa davano i favorevoli all’uscita dall’Ue a più del 40%, con una crescita di 20 punti in poche settimane, riflettono il volere dei britannici e la Brexit si verificherà la sterlina subirà un grande crollo. Questo si rifletterebbe sul costo dei materiali da costruzione, che aumenterebbero considerevolmente e porterebbe famiglie ed aziende a rallentare consumi e investimenti.
“Come azienda- ha riferito Stone- dovremmo essere prudenti in un primo momento, limitando gli investimenti, sia in termini di acquisti di terreni sia di personale interno.”
Problemi con la manodopera straniera
L’ultima questione, non meno importante, è quella della manodopera straniera. Le aziende britanniche si servono da anni di lavoratori stranieri per colmare un carenza di disponibilità e professionalità dei cittadini britannici. Le percentuali di operai irlandesi e idraulici polacchi sono molto alte e in alcune zone, come quelle di Suffolk e Norfolk, si stima che il 40% dei lavoratori provenga dall’Europa orientale. Se la Gran Bretagna non facesse più parte dell’Unione Europea dovrebbe essere tutto rivisto perché ci sarebbero dei problemi enormi sia in termini di permessi sia remunerativi.