Bruxelles lancia l'Unione Energetica Europea. Investimenti per 1000 miliardi di euro

L'accesso all'energia sarà un bene primario, i Paesi Membri saranno "solidali" al fine di ridurre le dipendenze estere. L'efficienza al primo posto

mercoledì 25 febbraio 2015 - Redazione Build News

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Oggi la Commissione europea ha adottato una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente per combattere i cambiamenti climatici.

La strategia definisce, in cinque dimensioni programmatiche correlate, gli obiettivi dell'Unione dell'energia e descrive in dettaglio le azioni che la Commissione Juncker intraprenderà per realizzarla, compresi nuovi atti legislativi per rifondere e riqualificare il mercato dell'elettricità, la garanzia di maggiore trasparenza nei contratti di fornitura di gas, una sostanziale evoluzione della cooperazione regionale come passo decisivo verso un mercato integrato, con un rafforzamento del quadro regolamentare, nuove norme per garantire l'approvvigionamento di energia elettrica e di gas, più finanziamenti dell'UE a favore dell'efficienza energetica o un nuovo pacchetto per le energie rinnovabili, un'attenzione particolare alla strategia europea di R&I nel settore dell'energia e una relazione annuale sullo "stato dell'Unione dell'energia", per citarne solo alcune.

LA SITUAZIONE ATTUALE

Il 55% dell'energia viene importata, il 90% del parco immobiliare è inefficiente, le infrastrutture energetiche sono ormai desuete e non esiste ancora un mercato interno dell'energia. E' partita da queste riflessioni la discussione in seno alla Commissione Europea, che ha iniziato, lo scorso 4 febbraio, i lavori per la stesura definitiva del documento che raccoglie  tutte le proposte in materia di strategia energetica dell’Unione europea e che presentato dalla Commissione oggi 25 febbraio.

  L'Unione dell'energia, in particolare, comporterà:
• una clausola di solidarietà: per ridurre la dipendenza da singoli fornitori potendo fare pieno affidamento ai paesi vicini, soprattutto in caso di perturbazioni dell'approvvigionamento energetico. Gli accordi conclusi dai paesi dell'UE per acquistare energia o gas da paesi terzi saranno caratterizzati da una maggiore trasparenza;

• flussi di energia equiparati a una quinta libertà: la libertà dell'energia di attraversare le frontiere, applicando rigorosamente le regole attuali in ambiti come la separazione (unbundling) dell'energia e l'indipendenza dei regolatori, anche agendo in giudizio se necessario. Il mercato dell'elettricità sarà riorganizzato per renderlo più interconnesso, più rinnovabile e più reattivo. Gli interventi dello Stato nel mercato interno saranno sostanzialmente rivisti e i sussidi che hanno ripercussioni negative sull'ambiente gradualmente eliminati; 

• l'efficienza energetica al primo posto: l'efficienza energetica sarà ripensata radicalmente e considerata una fonte di energia a sé stante, in grado di competere alla pari con la capacità di generazione; • una transizione verso una società a basse emissioni di CO2 costruita per durare: l'energia prodotta a livello locale, anche da fonti rinnovabili, dovrà essere assorbita nella rete in modo agevole ed efficiente; si promuoverà la leadership tecnologica dell'UE, sviluppando la prossima generazione di tecnologie dell'energia da fonti rinnovabili e raggiungendo una posizione di leadership nell'elettromobilità, mentre le imprese europee aumenteranno le esportazioni e saranno competitive a livello globale.

L’Unione dell’energia punta ad eliminare le barriere settoriali che tutt'ora esistono e a riunire tutti i soggetti interessati allo steso tavolo.  L'Unione dell’energia consentirà di sviluppare un nuovo approccio alla politica energetica in Europa. Queste le parole di Maroš Šefcovic, vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per l'unione energetica, che ha ufficialmente aperto i lavori. 

Gli obiettivi dell'Ue

Quattro gli obiettivi su cui punta l'Ue per riuscire ad unificare i mercati energetici frammentati dei paesi membri e realizzare la transizione verso un'economia a basso impatto ambientale: diversificare le fonti energetiche attualmente a disposizione degli Stati membri; aiutare i paesi dell'UE affinché siano meno dipendenti dalle importazioni di energia; puntare alla leadership europea nel settore delle rinnovabili; lottare contro il riscaldamento globale. 

I settori sui quali intervenire prioritariamente
Per raggiungere questi obiettivi Bruxelles ha individuato cinque ambiti sui quali puntare in modo prioritario. Innanzitutto è necessario garantire agli stati membri la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, riducendo il consumo interno e agendo al tempo stesso sulla domanda. In secondo luogo si dovrebbe lavorare per la costruzione di un mercato interno unico, ottenibile con una maggiore standardizzazione normativa e con la promozione di accordi di cooperazione. Fondamentale, poi, lo sviluppo di sistemi incentivanti volti ad aumentare l'efficienza energetica e a ridurre l'uso di combustibili fossili. Infine, l'Europa dovrà puntare su ricerca e innovazione
Dati essenziali

• L'UE è il primo importatore di energia al mondo: importa il 53% del proprio fabbisogno con un costo di circa 400 miliardi di euro all'anno. 

• 12 Stati membri non soddisfano l'obiettivo minimo di interconnessione dell'UE, per cui almeno il 10% della capacità installata di produzione di elettricità deve poter "attraversare le frontiere". L'UE ha stilato un elenco di 137 progetti in materia di energia elettrica, fra cui 35 di interconnessione elettrica, in grado di ridurre a 2 il numero degli Stati membri non adeguatamente interconnessi. 

• Una rete europea dell'energia adeguatamente interconnessa potrebbe generare risparmi fino a 40 miliardi di euro l'anno per i consumatori. 

• 6 Stati membri dipendono da un unico fornitore esterno per tutte le loro importazioni di gas. 

• Il 75% del nostro parco immobiliare è a bassa efficienza energetica; il 94% per cento dei trasporti dipende dai prodotti petroliferi, di cui il 90% importati. 

• Solo nel periodo fino al 2020 occorrerà investire oltre 1 000 miliardi di euro nel settore dell'energia dell'UE. 

• In Europa i prezzi all'ingrosso dell'elettricità e del gas sono più elevati, rispettivamente, del 30% e del 100% rispetto a quelli praticati negli USA. 

• Nel comparto delle energie rinnovabili, le imprese dell'UE hanno un fatturato annuo di 129 miliardi di euro e danno lavoro a più di un milione di addetti. La sfida consiste nel conservare il ruolo guida dell'Europa negli investimenti globali per le energie rinnovabili.

• Le emissioni di gas a effetto serra nell'UE sono diminuite del 18% nel periodo 1990-2011.

• Entro il 2030 l'UE mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 40%, incrementare l'energia da fonti rinnovabili almeno del 27% e migliorare l'efficienza energetica almeno del 27%.

Il commento del Wf: l'Unione Energetica è piena di contraddizioni

Dopo il lancio da parte della Commissione dell'Unione Energetica e di una comunicazione sui negoziati sul clima delle Nazioni Unite, il 'Paris Protocol', il commento del Wwf non si è fatto attendere. In una nota diffusa, l'Associazione sottolinea come rimangano “molte ‘ombre’ su come spostare l'Europa verso un'economia a basse emissioni di carbonio e affrontare seriamente il cambiamento climatico”.
Apprezziamo che la Commissione sia stata esplicita sulla necessità di allontanarsi dai combustibili fossili, riorganizzando i mercati energetici intorno alle energie rinnovabili, e dando all'efficienza un ruolo centrale – dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia - Contemporaneamente, però, si continua a lavorare per rafforzare la fornitura di combustibili fossili e si menziona una serie di veri e propri vicoli ciechi come “diversificare le forniture di uranio”, “sostenere la CCS” (cattura e stoccaggio del carbonio), “la fusione nucleare”. La parola “gas” compare decine di volte, mentre sulla necessità di uscire dal carbone non si dice nulla, nonostante sia il combustibile più inquinante per clima e ambiente, nonché dannoso per la salute. Occorre avere coraggio, cogliere questa occasione per una riorganizzazione del sistema energetico Ue basata su energie rinnovabili ed efficienza. Non si può continuare a lavorate per mantenere lo status quo: tutto dipenderà dalle azioni concrete che seguiranno conclude la nota.

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