La collaborazione tra l’Agenzia del Demanio e il mondo accademico nella sperimentazione del metodo e delle tecnologie Building Information Modelling (BIM) per la gestione del patrimonio immobiliare pubblico, è stato il tema centrale del convegno organizzato il 13 gennaio scorso presso la sede milanese dell’Agenzia.
L’incontro è stata l’occasione per presentare il Protocollo di Intesa, già sottoscritto dal Direttore generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, dal Rettore del Politecnico di Milano, Prof. Ferruccio Resta, dal Rettore dell’Università “La Sapienza” di Roma, Prof. Eugenio Gaudio, e dal Rettore dell’Università di Napoli “Federico II”, Prof. Gaetano Manfredi, che ha lo scopo di sviluppare una collaborazione per le attività di studio destinate alla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico attraverso l’applicazione della modellazione digitale BIM.
Sono intervenuti quindi il Vice Preside Facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza” Roma, Luca Ribichini, e l’Ingegner Pietro Baratono, Provveditore alle Opere Pubbliche della Lombardia ed Emilia Romagna, in rappresentanza del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
TRE CASI-STUDIO ESEMPLARI DI APPLICAZIONE BIM. Durante il convegno meneghino sono stati presentati tre casi-studio esemplari di applicazione BIM, sviluppati nell’ambito di laboratori didattici del Politecnico di Milano: il progetto di valorizzazione di “Villa Mirabellino” di Monza e quelli sul Palazzo di Giustizia di Pavia e la Certosa di Pavia.
Il Prof. Ezio Arlati del Politecnico ha descritto i contenuti e motivato gli obiettivi del Protocollo d’Intesa, quindi introdotto i quattro gruppi di studenti che hanno illustrato i Casi di Studio esemplari citati. Per la “Villa Mirabellino”, eseguito il sopralluogo e il rilievo dello stato di fatto dell’immobile con l’individuazione degli aspetti di degrado del bene, il progetto di valorizzazione ha prodotto il modello parametrica BIM basato sulla destinazione d’uso a sede di imprese rivolte all’innovazione.
L’applicazione BIM ha restituito progetti dettagliati nelle funzioni e nella soluzione dei nodi architettonici e tecnico costruttivi, costituendo una sperimentazione rilevante ai fini degli interventi sia di riqualificazione e trasformazione d’uso, che di conservazione degli edifici esistenti con la loro complessità, anche di valore storico e monumentale, come il Palazzo di Giustizia e la Certosa di Pavia. Il modello BIM è la condizione di partenza per lo sviluppo del “Sistema Informativo” dell’edificio, che conterrà gli insiemi di dati atti alle attività di conservazione programmata, manutenzione gestione, nonché controllo della sicurezza.
Analoghe attività sono state avviate per la Certosa di Pavia e il Palazzo di Giustizia di Pavia ed ulteriori sperimentazioni partiranno a breve in Toscana, Liguria, Lazio, Campania e Puglia.
“Questa sinergia con il mondo universitario e la PA è significativa perché le vittorie si ottengono lavorando in squadra. Teoria e pratica si incontrano su un modello concreto di sviluppo come il BIM che ci aiuterà a recuperare il nostro patrimonio, con particolare attenzione a quello in disuso – ha dichiarato Roberto Reggi – BIM è un sistema selettivo di qualità di progettazione e controllo, un sistema integrato unico di lavoro che ci permette di gestire al meglio i beni pubblici. Il mio impegno è quello di prendere accordi con tutti i provveditorati opere pubbliche per l’applicazione sistematica del BIM a partire da Lombardia ed Emilia.” Reggi ha concluso dicendo che “abbiamo un serbatoio di progetti e attività da sviluppare davvero straordinario: l’Agenzia gestisce 45 mila beni e siamo a supporto degli Enti locali, lavoriamo anche sul recupero dell’esistente con criteri di trasparenza per ridurre costi e tempi.”
“Lo sviluppo di forme di collaborazione tra Università e Amministrazioni appaiono in questo periodo storico opportune, necessarie ed urgenti per la tutela e la conservazione del patrimonio pubblico immobiliare – ha affermato il Professor Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano – le nostre competenze tecniche saranno messe a disposizione in supporto alla pianificazione, programmazione, progettazione e attuazione degli interventi necessari, consentendo al contempo di formare i nostri studenti sul campo”.
Il Professor Ribichini ha sottolineato che “Il nostro obiettivo è mettere a sistema diverse competenze diversi modi di conoscere e di sapere e di unirli per lavorare insieme. La parte dell’amministrazione pubblica, dell’università e infine la parte dell’impresa coinvolgendo il mondo del lavoro.”
“L’imprescindibilità dell’uso di questi strumenti è dovuto alla necessità di una maggiore razionalizzazione della spesa – ha dichiarato Pietro Baratono – alla trasparenza ma soprattutto all’aumento di produttività del settore delle costruzioni. In questa ottica le Stazioni Appaltanti assumono un ruolo fondamentale, anche come driver dell’innovazione digitale del Paese.”