Semplificazione amministrativa e sburocratizzazione dei processi e delle procedure nei rapporti fra PA e imprese è da sempre al centro del dibattito pubblico e rappresenta un punto cardine del programma governativo del Presidente Draghi. Deloitte Consulting ha avviato uno studio (PDF) sulla complessità amministrativa nei rapporti fra PA e imprese, con l’obiettivo di analizzare il fenomeno, evidenziandone cause ed effetti, e individuare direttrici strategiche di azione per semplificare e snellire la burocrazia.
Dallo studio emerge che l’amministrazione pubblica italiana è poco efficiente perché troppo frammentata: la PA conta in totale circa 10.500 istituzioni, molte delle quali diverse tra loro nelle modalità operative e con competenze che spesso tendono ad accavallarsi. Infatti, solo l’1,7% degli organi burocratici è centralizzato, mentre il rimanente circa 98% è sparpagliato in organi locali. Il risultato è un eccesso di norme e soggetti regolatori che rende difficile la vita alle imprese. Un vero e proprio labirinto amministrativo che costringerebbe ogni impresa a spendere fino a 1200 ore in iter amministrativi e comporterebbe un costo annuale della burocrazia per oltre 57 miliardi di euro.
“Riformare la burocrazia è una priorità assoluta per l’Italia ed è anche una condizione imprescindibile perché le risorse del NextGenEu diano i frutti sperati nei prossimi anni. Semplificazione, digitalizzazione e nuove competenze sono essenziali per trasformare la nostra PA. Per farlo bisogna cambiare approccio decisionale, rivedere organizzazione e strumenti di erogazione dei servizi e modificare il modo di lavorare della PA”, afferma Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia, nel presentare il policy paper “La semplificazione amministrativa - Come migliorare il rapporto tra PA e Imprese”, curato da un team coordinato da Pierdomenico Zaffino, partner Deloitte.
In allegato lo studio