I procedimenti di vigilanza in materia di trasparenza attivati dall’ANAC sono scaturiti per la maggior parte da segnalazioni su contenuti ricorrenti di semplici cittadini e rappresentanti politici per amministrazioni del centro e del sud e hanno riguardato soprattutto i piccoli Comuni. Trend in crescita per i procedimenti a seguito di whistleblowing.
È quanto emerge dal secondo report del Progetto Trasparenza dell’Autorità Nazionale Anticorruzione che, con il coinvolgimento dei diversi stakeholder, studia “l’esperienza e la domanda di trasparenza” a 8 anni dall’entrata in vigore delle norme che hanno introdotto gli obblighi di pubblicazione di dati e documenti nella pubblica amministrazione (d.lgs. 33/2013).
La trasparenza è entrata a far parte dei bisogni della collettività anche come strumento di controllo e partecipazione civica alla vita democratica. Per questo - ha dichiarato il Presidente dell’Anac, Giuseppe Busia - occorre una piccola rivoluzione copernicana con la creazione di un Portale unico della Trasparenza, gestito dall’ANAC, che raccolga tutti i dati previsti dalle norme. Vogliamo offrire a tutti gli enti oggi tenuti a pubblicare i dati, la possibilità di farlo in maniera semplice, caricandoli direttamente sul nostro portale, evitando che anche gli enti di piccole dimensioni debbano sostenere costi e altri oneri per adattare volta per volta i propri siti web. Tutto questo accresce enormemente il grado di trasparenza: se i dati non sono dispersi in migliaia di siti, ma confluiscono in un unico portale, diventano confrontabili quindi consentono di comprendere immediatamente quando qualcosa funziona o non funziona. Inoltre, il portale potrà essere utilizzato dalle stesse amministrazioni per scambiarsi migliori pratiche e migliorare la propria azione al servizio dei cittadini: su di esso potremo infatti costruire dei servizi per aiutare i funzionari pubblici a svolgere in maniera più efficace il proprio ruolo: pensiamo a moduli standard per i diversi adempimenti o software utilizzabili per aiutare a svolgere on line procedure oggi particolarmente onerose.
E’ una delle questioni che chiediamo di inserire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza per semplificare i procedimenti amministrativi in maniera ‘chirurgica’.
Con il Portale unico della Trasparenza si aggiungerebbe un tassello fondamentale al processo di digitalizzazione del nostro Paese. Saremo in grado di chiedere meno dati agli amministratori pubblici ma avremo più informazioni, grazie alla immediata confrontabilità dei dati di tutte le amministrazioni, consentendo una effettiva riduzione di oneri economici e amministrativi a carico delle PA e una maggiore fruibilità di dati e contenuti per i portatori di interesse.
Considerando il triennio 2017-2019 e i dati consolidati 2020 il rapporto dell’ANAC rileva che tra i procedimenti di vigilanza prevalgono quelli nati da segnalazione rispetto alla vigilanza d’ufficio o alla vigilanza svolta a seguito di ispezioni. In particolare, circa il 75% dei procedimenti deriva da segnalazioni, con un trend in crescita, a conferma dell’importanza che è stata assegnata alle istanze dei portatori di interesse, pur tentando di conseguire bilanciamento di tali istanze con le vigilanze di ufficio (11% del totale) e con quelle scaturire a seguito di ispezione (14%).
Emerge il grande spazio dato alle segnalazioni di “semplici cittadini” da cui è originato 1/3 delle attività di vigilanza in materia di trasparenza. Un peso relativo notevole, pari circa a 1/5 del totale dei procedimenti avviati, scaturisce da segnalazioni di esponenti riconducibili all’alveo della politica.
Notevole l’incremento del trend per i procedimenti originati a seguito di whistleblowing, a conferma dell’importanza dello strumento, potenziato da recenti interventi normativi, e del riscontro ottenuto presso i cittadini.
La maggioranza relativa dei procedimenti ha ad oggetto i comuni (circa il 40%), soprattutto ‘piccoli comuni’ con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, pari al 65% del totale dei comuni. Rilevante anche il dato del 15% riferito agli enti e società di diritto privato. Seguono i procedimenti su enti pubblici, enti e organizzazioni del SNN, università e scuole.
I procedimenti in materia di trasparenza hanno riguardato per il 26% organizzazioni del Nord, per il 36% organizzazioni del Centro (alla cui area sono stati ricondotti anche gli enti centrali) e per il 38% organizzazioni del Sud ed Isole.
Il 42% dei procedimenti in materia di trasparenza presi in considerazione fa riferimento prevalentemente a generiche carenze in materia di trasparenza. I contenuti della sezione Amministrazione Trasparente dei siti web su cui maggiormente sono stati focalizzati i procedimenti sono ‘organizzazione’, (circa 20%), ‘consulenti e collaboratori’ (circa 19%), ‘bandi di gara e contratti’ (circa 13%), ‘personale’ (circa 10%).
Al riguardo, emerge una sovrapponibilità per ampi tratti con le sotto-sezioni indicate di maggiore interesse nell’indagine già condotta nell’ambito del Progetto Trasparenza con i RPCT di un campione di amministrazioni. Sebbene si tratti di elementi non direttamente confrontabili, si delinea un interesse manifestato in modo diverso da parte degli stakeholder – attraverso l’accesso maggiore o minore alle sotto sezioni dei siti internet delle amministrazioni e in questo caso attraverso l’evidenziazione all’Autorità di carenze di pubblicazioni per contenuti evidentemente di interesse – su contenuti in buona parte analoghi. Le sotto-sezioni ‘organizzazione’, ‘bandi di gara e contratti, e ‘personale, oltre che ‘bandi di concorso’ e ‘disposizioni generali’ (in base ai web analytics sugli accessi internet ad ‘Amministrazione Trasparente’ forniti dai Responsabili per la Prevenzione della Corruzione e la Trasparenza di un campione di amministrazioni, 1/5 delle sotto-sezioni raggruppa i 2/3 del totale delle consultazioni internet), si erano già distinte tra quelle con maggiore interesse da parte degli utenti di ‘Amministrazione trasparente’, delineando profili di coerenza nella “domanda di trasparenza” analizzata dai diversi punti di vista, fermo restando la potenziale utilità di tutti i contenuti oggetto di pubblicazione in funzione di trasparenza e prevenzione della corruzione.