Mercoledì 12 marzo l'Assemblea del Senato ha approvato definitivamente il ddl n. 1294, legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità, che si compone di 28 articoli suddivisi in cinque Capi.
Questa legge introduce un modello unitario per la ricostruzione post calamità, al fine di superare l'attuale frammentazione normativa. Le calamità naturali sempre più frequenti e gravi che interessano il nostro Paese rendono necessaria una normativa chiara e organica: il provvedimento istituisce lo Stato di ricostruzione di rilievo nazionale, con durata fino a dieci anni, e un commissario straordinario per il coordinamento; prevede fondi dedicati, disciplina la ricostruzione pubblica e privata, stabilendo criteri per l'accesso ai contributi; affronta la tutela ambientale, con misure per la gestione dei materiali post calamità e il rischio idrogeologico; introduce norme su trasparenza e legalità, con obblighi di pubblicazione online e controlli sui contratti e sul rispetto dei diritti dei lavoratori.
"Con il voto definitivo del Senato, è diventato legge il Codice della Ricostruzione post-calamità, da me presentato. Grazie al governo Meloni, finalmente l'Italia si dota di un Codice per la ricostruzione. Una normativa omogenea dal Nord al Sud, che fissa tempi certi e procedure celeri. Ricostruire dopo una calamità, senza costringere la popolazione sinistrata a lunghe attese significa anche evitare e scongiurare lo spopolamento dei territori colpiti. Anzi, il Codice prevede risorse certe per la rigenerazione del territorio, a sostegno della ripresa economica", ha dichiarato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, a margine della votazione del Senato.
Il commento del commissario Sisma 2016 Guido Castelli
“Ringrazio il Governo Meloni e il Ministro Musumeci perché questo è davvero un provvedimento storico. Lo aspettavamo da sempre, lo aspettavano quei territori che sono stati danneggiati o che avranno questa sventura”. Lo ha detto il senatore di Fdi Guido Castelli, Commissario Straordinario al sisma 2016, durante la dichiarazione di voto al Senato.
“Questo Ddl - aggiunge Castelli - esprime un’idea, una volontà contenuta nel programma del Governo Meloni che mira a far uscire l’Italia da quella che sembrava una condanna, nei casi di calamità, Quella, cioè, di subire la logica del commissario del giorno dopo, del labirinto delle norme, il patchwork di regole e ordinanze che hanno accompagnato la nostra necessità di reagire agli eventi catastrofali. Abbiamo scelto di regolare la materia attraverso un Disegno di legge, entrando nel campo della costruzione parlamentare del provvedimento ha visto l’accoglimento di 152 proposte migliorative. Si tratta di una misura che prevede un set amministrativo immediatamente attivabile in caso di emergenza. Le recenti sfide legate al cambiamento climatico rendono questo atto storico - prosegue - poiché offre uniformità, certezza, rispetto alla necessità di accelerazione temporale. Uniformità poiché non possono esistere terremotati di serie A o di serie B. Di fronte a eventi catastrofali tutti devono sapere quali siano le caratteristiche giuridiche riguardanti il diritto alla ricostruzione, affinché ogni cittadino possa comprendere chiaramente le proprie garanzie senza ambiguità né confusioni. Abbiamo la certezza che tutto sia migliorabile e la convinzione di aver fatto fino in fondo il nostro dovere, con l’auspicio che questa legge non servirà mai. L’Italia è una terra bellissima e fragile, custodisce un patrimonio storico e culturale unico al mondo ma, ahimè, è tremula perché la placca africana e quella euroasiatica continuano a fronteggiarsi. Ma sappiamo - conclude Castelli - che il governo Meloni e il Parlamento intero potrà dire di aver fatto sicuramente il proprio dovere”.
Governance multilivello e principio della “riparazione” sociale ed economica
All’interno del provvedimento sono contenuti molti indirizzi mutuati dall’esperienza del sisma 2016 che, negli ultimi anni, si è sempre più caratterizzato come un laboratorio e modello post-calamità. Di questi indirizzi ne è esempio la governance multilivello, adottata nell’Appennino centrale: un efficace strumento di gestione condivisa con i Presidenti di Regioni e i Sindaci. Così come già avviene nel cratere sisma 2016, anche la legge quadro ha introdotto il principio della “riparazione” sociale ed economica dei territori colpiti da eventi calamitosi, accanto alla tradizionale ricostruzione di immobili e infrastrutture. Altri stringenti analogie riguardano i poteri di deroga assegnati al Commissario Straordinario per accelerare o sbloccare, lì dove necessario, gli interventi; il supporto nei confronti degli enti locali attraverso l’assistenza tecnica nei procedimenti amministrativi (servizio che viene già reso dagli Uffici della Struttura Commissariale sisma 2016); le misure per la tutela dell'ambiente (gestione macerie) e le disposizioni in materia di controllo, trasparenza e tutela dei lavoratori.
CNI: passo avanti decisivo per una gestione efficace e rapida delle emergenze
«Si tratta di un passo avanti fondamentale per il nostro Paese – sottolinea Angelo Domenico Perrini, Presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri – perché finalmente introduce criteri certi, tempi snelli e maggiore coordinamento tra istituzioni e professionisti tecnici. L’Italia ha bisogno di strumenti operativi chiari e di norme uniformi per garantire a cittadini, imprese e amministrazioni locali interventi veloci e sicuri. La prevenzione, infatti, si realizza anche attraverso una buona ricostruzione, fatta con regole precise e professionalità adeguate».
Il CNI, attraverso il Consigliere Alberto Romagnoli, delegato proprio alla Ricostruzione post-Sisma, sottolinea inoltre l’importanza del coordinamento istituzionale e dell'aggregazione delle professionalità tecniche. «Il Codice della Ricostruzione risponde concretamente alle richieste che la categoria degli ingegneri ha posto fin dall'inizio del percorso normativo – afferma Romagnoli –. La collaborazione istituzionale con gli Ordini territoriali, il Tavolo Tecnico Sisma e tutte le professioni tecniche coinvolte e la promozione di aggregazioni stabili tra professionisti consentirà di accelerare ulteriormente i tempi delle procedure e migliorerà la qualità complessiva della progettazione e dell'esecuzione degli interventi. Questo provvedimento è dunque un’occasione importante per rafforzare la rete professionale e dare risposte tempestive e qualificate ai cittadini».
Superata la gestione frammentata
In linea con quanto espresso anche dal Commissario Straordinario Guido Castelli, il CNI sottolinea l’importanza di aver superato una gestione frammentata e complessa delle emergenze, adottando un modello normativo unitario che mette finalmente ordine al patchwork legislativo e burocratico del passato.
«Questo nuovo Codice è un risultato storico per il Paese – conclude il Presidente del CNI Angelo Perrini – poiché garantisce certezze ai cittadini, alle imprese e agli enti locali, assicurando una risposta omogenea e tempestiva su tutto il territorio nazionale. La nostra categoria professionale continuerà a garantire il massimo impegno per accompagnare questa nuova fase, assicurando qualità, competenza e rigore tecnico nella ricostruzione e nella prevenzione».