Il caldo rovente di questi giorni non risparmia i lavoratori delle fabbriche che soffrono temperature elevate anche a causa della mancanza di impianti di raffreddamento. Il caldo, oltre a diminuire l'efficienza lavorativa e la continuità della produzione, porta i lavoratori a soffrire fisicamente i suoi effetti.
Era scelta comune, infatti, negli anni passati, prevedere solo un impianto di riscaldamento all’interno delle fabbriche e non uno di raffrescamento; questa scelta non sembra più compatibile con le temperature sempre più alte a causa del riscaldamento globale. Sono molti i lavoratori che nelle ultime settimane hanno lamentato le dure condizioni di lavoro e i conseguenti problemi fisici, dalla sudorazione alla perdita di coordinazione, fino al mal di testa.
Le aziende più attente cercano di porre rimedio al problema riducendo i turni e permettendo un ricambio più frequente di lavoratori, oltra ad aumentare la fornitura d’acqua e di sali minerali e la lunghezza delle pause.
Molte realtà intervengono anche sulla climatizzazione, cercando di sopperire alla mancata installazione iniziale di sistemi di raffreddamento; un investimento che sembra ormai sempre più indispensabile per migliorare il microclima nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro in generale.
Una risposta efficace al caldo
Per rispondere al caldo in fabbrica oggi una delle soluzioni più efficienti e comode è l’installazione di impianti di raffrescamento alimentati a energia elettrica di tipo split come l’Energysplit PRO di Viessmann.
Come i climatizzatori “split” domestici, sono impianti ad espansione diretta molto semplici da installare e sono composti da un’unità da posizionare all’esterno e da un’unità interna. L’unità interna muove l’aria del capannone con un ventilatore, dopo averla raffreddata, in modo che possa rinfrescare un’area indicativamente di 400 m2.
Raffrescamento e riscaldamento sostenibile
Questi impianti sono alimentati elettricamente e di conseguenza offrono l’opportunità di funzionare in abbinamento a un impianto fotovoltaico, esistente o da installare. In questo modo l’impianto può funzionare a costi anche nulli se in configurazione di totale autoconsumo.
Inoltre, si può utilizzare questo impianto anche per riscaldare il capannone in inverno, sfruttando il funzionamento in pompa di calore. È quindi possibile sostituire l’impianto esistente, molto probabilmente alimentato a combustibili fossili, rendendo l’edificio a tutti gli effetti un edificio a Zero Emissioni (Zero Emission Building) secondo la nuova Direttiva EPBD.
In questo caso, quello della contestuale sostituzione dell’impianto di riscaldamento esistente, è possibile accedere agli incentivi come il Conto Termico che può garantire un contributo dell’ordine del 40/50% del costo complessivo dell’intervento.