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CAM e bioedilizia: le nuove sfide tra PNRR e CAM Coordinator

L'intervista dell'Ing. Livio Izzo all'arch. Nunzia Coppola, esperta di bioarchitettura e certificata CAM su bioedilizia, PNRR, CAM Coordinator e Relazione di sostenibilità ambientale

martedì 2 maggio 2023 - Redazione Build News

bioedilizia

Il 26 aprile si è svolto il primo dei 4 incontri dedicati alla Relazione CAM dal titolo "La nuova relazione CAM: Onere o opportunità?" e organizzato dall'Ordine degli Ingegneri di Bergamo, insieme all'Ordine degli Architetti PPC Bergamo, Fondazione Architetti Bergamo, Ance Bergamo e Inarsid, in collaborazione con Assoprem, Comune di Bergamo, Federbeton, ICMQ, PvCforumitalia, Uniacque. Per questa occasione l'ing. Livio Izzo ha intervistato l'arch. Nunzia Coppola, esperta  di bioarchitettura (INBAR n. 148), certificata CAM (ISO/IEC 17024), per approfondire l’importanza della certificazione per i professionisti e non solo: qual è il rapporto tra CAM e PNRR? Tra CAM Coordinator e Relazione di sostenibilità ambientale, tutto quello che c’è da sapere.

L'architetta Nunzia Coppola è certificata CAM, le chiedo che implicazioni ha questa certificazione e come si ci arriva? Che tipo di percorso accademico professionale? E infine, qual è il valore di questa certificazione?

La relazione CAM oggi è una specie di spauracchio per tutti i gruppi di  progettazione impegnati nelle nella stesura veloce e puntuale dei progetti PNRR. Inoltre, l'altra emergenza culturale e formativa in questo momento è il documento di NSH. Io sono certifica 17.024 K. È una certificazione, la seconda certificazione ottenuta in Italia, perché all'interno del percorso universitario che ho fatto ma anche lavorativo, io mi occupo di sostenibilità ormai da vent'anni. A un certo punto, al di là delle specifiche dei protocolli di certificazione energetica ambientale, ormai quattro anni fa ritenni opportuno approfondire la specialistica CAM. L'esperto CAM 17.024, dunque, è un professionista che nel suo bagaglio culturale e professionale, non solo quelle che sono le specifiche di una progettazione a basso impatto, ma anche tutto quello che contempla un apparato normativo molto importante, prima europeo e poi italiano, quindi questa specialistica. La specialistica 17.024 esperto CAM ha un corpus di approfondimento soprattutto normativo, che a mio modesto parere è fondamentale per affrontare soprattutto lo scenario PNRR che per i prossimi due anni sarà il nostro pane quotidiano.

Chiudo con la domanda che mi ha fatto l'ingegnere, all'epoca io conseguì un dottorato in tecnologia dell'architettura a basso impatto alla Federico II di Napoli e ho affrontato per due anni una scuola di specializzazione in gestione e manutenzione edilizia che molti anni fa già preludeva a quelli che oggi sono i piani di manutenzione e gestione, ma soprattutto decostruzione dell'opera.

A livello concreto, che tipo di competenze o di certificazione minimali son previste per chi deve redigere una relazione CAM?

Chi redige la relazione CAM deve avere approfondite conoscenze sulle politiche e le normative sia nazionali che internazionali. Deve avere una formazione di base sullo sviluppo sostenibile e sul green public procurement ma al contempo deve possedere queste competenze scientifico, culturali e operative per una progettazione a ridotto impatto ambientale.

La certificazione è ben definita nel nuovo decreto i nuovi CAM che è il 256 del 23 giugno 2020. Questo decreto è l'ultimo uscito, che è l'aggiornamento del vecchio DM. 11/10/2017, al paragrafo 271 individua quale criterio premiante nel momento in cui si partecipa a gare di progettazione o in appalto integrato, quale criterio premiante la presenza di un esperto della conformità certificato ai sensi della norma UNI EN 17.024.

Quindi anche il vecchio DM sottolineava l'importanza di avere all'interno di un team di progettisti, un esperto certificato 17.024.

Sempre guardando alla pratica quotidiana del progettista,  sicuramente non sarà solo chi ha questa caratteristica che redigerà la relazione, si dovrà poggiare ad altre competenze, quindi si dovrà strutturare  un team di esperti che possano fare pro quota. Secondo lei che tipo di team bisogna immaginare?

Il team dovrà essere multidisciplinare allo scopo e in funzione della commessa, ovviamente. L'esperto CAM, più che un esperto CAM dovrà essere un CAM coordinator, quindi una figura che è capace di integrare i nuovi criteri progettuali dettati sia dal PNRR che dal DM 256. Quindi una figura capace di integrare i nuovi criteri progettuali nel tradizionale processo di pianificazione, progettazione, sviluppo e realizzazione delle opere pubbliche.

Dunque, gruppi di progettisti, gruppi di strutturisti, all'occorrenza restauratori ed esperti in restauro, ove necessitasse agronomi e  tutto il gruppo degli impiantisti:  questo è un gruppo base che normalmente si organizza quando si affrontano gare di progettazione. Il ruolo dell'esperto CAM è quello di orientare tutte le specialistiche in un'ottica CAM consapevole. 

La stazione appaltante in che maniera è disposta a retribuire la complessità e la e completezza della relazione che il progettista andrà a svolgere?

Ci sono due binari. Le stazioni appaltanti in questo momento, vista la necessità e i tempi strettissimi dell'attuazione del PNRR, si sono dotate all'interno dei loro uffici, di figure specialistiche PNRR e CAM che in qualche modo contribuiscano con contratti a tempo determinato, quindi funzionali allo scopo di portare in porto i progetti del PNRR. Per quanto riguarda invece i progettisti che in qualche modo rispondono alle richieste delle varie stazioni appaltanti, purtroppo, nonostante la richiesta pressante del mercato italiano ed europeo, purtroppo non c'è un riconoscimento di un compenso professionale tabellato proporzionato alla specialistica richiesta. Io mi auguro che a breve si possa instaurare un tavolo per poter assolvere a questa mancanza.

Dovremmo sempre di più approfondire queste tematiche, non ce lo chiede solo l'Europa ma anche i cambiamenti climatici.

Guarda l'intervista integrale sul nostro canale YouTube


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