I cambiamenti climatici hanno un impatto economico sempre più significativo, in particolare sul settore assicurativo. Negli ultimi vent’anni, più di un terzo delle perdite assicurate, pari a una cifra di 567 miliardi di euro, è stato attribuito agli effetti del clima. È quanto emerge dal report della campagna globale Insure Our Future, che punta i riflettori sul ruolo delle compagnie assicurative nella crisi climatica.
Un settore in crisi per l’inazione climatica del passato
Il report sottolinea come “l’attuale crisi assicurativa sia nata dall’inazione climatica di ieri”. Mentre i danni legati al clima aumentano a ritmo costante (+6,5% all’anno), le perdite assicurate crescono meno velocemente (+4,9% all’anno). Solo nel 2022, 52 miliardi di dollari di danni su un totale di 132 miliardi erano riconducibili ai cambiamenti climatici.
Questa situazione ha portato molte compagnie ad alzare i premi o persino a ritirarsi dal mercato, lasciando intere comunità senza copertura assicurativa. Paradossalmente, mentre adottano queste misure per fronteggiare la crisi climatica, alcune assicurazioni continuano a sostenere le industrie dei combustibili fossili, contribuendo ad aggravare la stessa emergenza che mina la sostenibilità del settore.
Coperture insufficienti
Nonostante i costi legati al clima crescano vertiginosamente, il rapporto evidenzia che il settore assicurativo continua a privilegiare i combustibili fossili rispetto alle energie rinnovabili. I premi assicurativi raccolti dal settore delle energie rinnovabili rappresentano ancora meno del 30% del mercato totale delle assicurazioni sui combustibili fossili: 6,5 miliardi di dollari contro 22 miliardi.
Le 15 principali compagnie assicurative hanno già visto le perdite climatiche superare i premi raccolti da carbone, petrolio e gas. Eppure, l’industria sembra muoversi con lentezza verso una trasformazione sostenibile, aggravando ulteriormente le pressioni economiche sulle polizze.
Un esempio virtuoso nel panorama globale
Non tutte le compagnie seguono questa tendenza. Tra i pochi casi virtuosi emerge l’italiana Generali, che nell’ottobre 2023 ha adottato una politica innovativa sui combustibili fossili. Generali è stata la prima compagnia a introdurre restrizioni che coprono l’intera filiera del petrolio e del gas, compresi i nuovi progetti di gas naturale liquefatto (GNL). Questo approccio è stato descritto dal rapporto come un “nuovo standard” per il settore.
Decarbonizzare per rendere le polizze accessibili
Secondo Insure Our Future, il settore assicurativo è a un bivio. Per evitare che i costi crescenti rendano l’assicurazione inaccessibile a milioni di persone, è fondamentale accelerare la transizione verso un’economia decarbonizzata.
“Una rapida decarbonizzazione è essenziale per controllare l’inflazione sui premi assicurativi, aumentare l’accesso alle coperture e proteggere le comunità più vulnerabili,” afferma la campagna.