Approvata dalla Camera la nuova legge sulla coltivazione di canapa industriale. Due le novità sostanziali introdotte. La prima riguarda lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per rilanciarne la filiera attraverso nuovi impianti di trasformazione. Attualmente ce ne sono solo due in tutta Italia: uno a Torino e l’altro Taranto.
Viene inoltre aumentata dallo 0,2% allo 0,6% la percentuale consentita di Thc, il principio attivo che rende psicotropa la pianta, ma che in natura serve a renderla più resistente agli attacchi di insetti e microrganismi. Inoltre la concentrazione di Thc può aumentare col caldo, per cui un innalzamento dei limiti consentiti dalla legge garantirà agli agricoltori del sud di non vedersi sequestrato il raccolto solo perché le loro coltivazioni hanno un'esposizione più assolata. La legge, proposta dal M5S, passa ora al Senato.
Dando questo strumento agli agricoltori - spiega Loredana Lupo, portavoce M5S e prima firmataria del provvedimento – si dà loro la possibilità di avviare autonomamente una vera e propria filiera produttiva, dalla coltivazione alla raccolta fino alla trasformazione. Non solo: si pongono le basi in Italia per creare una realtà produttiva che conta molteplici settori, come il tessile, l’agroalimentare e l’edilizia sostenibile.
Ci basta ricordare questo dato: in Italia negli anni ’40, con 90mila ettari coltivati sul territorio nazionale, eravamo i secondi al mondo nel settore e producevamo più canapa di quanto se ne produce oggi in tutto il mondo, con 85mila ettari al 2011 a livello globale . Ora la palla passa al Senato per l’approvazione definitiva, dove il Movimento 5 Stelle continuerà a difendere il proprio risultato.