Nelle ultime settimane si stanno susseguendo scosse di breve e media intensità nella zona dei Campi Flegrei, vicino a Napoli. Proprio ieri sera, intorno alle 22, è stata registrata una scossa di magnitudo 4.0 a una profondità di 3 chilometri e con epicentro i Campi Flegrei. Il terremoto è stato avvertito chiaramente in varie zone della città e ha provocato molta paura tra la gente e caduta di calcinacci, soprattutto nell'area di Agnano.
Mauro Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano, intervenuto ai microfoni di Canale 21, ha affermato che “l'attività sismica prosegue e proseguirà. Nessun dubbio. Il sollevamento del suolo continuerà. La difese da adottare consistono nei comportamenti corretti da tenere. Bisogna gestire la paura e fare tutte le verifiche del caso agli edifici. I terremoti – come noto - non sono prevedibili ma posso assicurare che si sta facendo di tutto per mitigare gli effetti del sisma”. Il Comune di Pozzuoli, il più vicino all’epicentro, invita la popolazione a segnalare eventuali "danni o disagi" al comando della Polizia municipale. Nel frattempo il Comune insieme alla Protezione Civile, "segue da vicino l'evolversi della sequenza sismica in atto e fornirà successivi aggiornamenti fino a conclusione del fenomeno".
E proprio ieri in Regione Campania si è tenuta una riunione sugli eventi sismici a cui ha partecipato il governatore Vincenzo De Luca, per fare anche una verifica sui piani già esistenti sul fronte dei trasporti e della sanità.
I Campi Flegrei
I Campi Flegrei, come riportato sul sito dell'Osservatorio Vesuviano, sono un'area vulcanica attiva situata ad ovest di Napoli, che include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della città di Napoli. Il nome Campi Flegrei, dal greco letteralmente "campi ardenti", denota la natura vulcanica dell'area e la presenza di numerose fumarole e acque termali, ben note e sfruttate nell’antichità.
A differenza del Vesuvio, i Campi Flegrei non sono caratterizzati da un unico edificio vulcanico principale, ma sono piuttosto un campo vulcanico attivo da più di 80.000 anni, con diversi centri vulcanici situati all'interno e in prossimità di un'area depressa chiamata caldera.
Dopo l'eruzione del Tufo Giallo Napoletano (15 mila anni fa) l'attività vulcanica dei campi Flegrei è stata particolarmente intensa con più di 27 eruzioni solo negli ultimi 5.500 anni, l'ultima delle quali, avvenuta nel 1538, ha generato il cono di tufo di Monte Nuovo.
La caldera dei Campi Flegrei è soggetta a lenta deformazione del suolo nota con il nome locale di bradisismo. Nei periodi 1970-72 e 1982-84 l’area flegrea è stata interessata da crisi bradisismiche in cui il suolo, nell'abitato di Pozzuoli in particolare, ha subito un sollevamento totale massimo di circa 3.5 m.
Allo stato attuale il livello di allerta dei Campi Flegrei è “giallo”, come stabilito dal Dipartimento della Protezione Civile, sulla base dei risultati del monitoraggio e delle valutazioni espresse dalla Commissione Grandi Rischi. Tale livello, a differenza del livello di allerta “verde”, che corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, è indice della variazione di alcuni dei parametri monitorati dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
La nuova normativa sismica
Dopo il terremoto del 31 ottobre 2002, al confine fra il Molise e la Puglia, la Protezione civile ha adottato l’ordinanza 20 marzo 2003, n. 3274, al fine di fornire una risposta immediata alla necessità di aggiornamento della classificazione sismica e delle norme antisismiche.
A differenza di quanto previsto dalla normativa precedente, tutto il territorio nazionale è stato classificato come sismico e suddiviso in 4 zone, caratterizzate da pericolosità sismica decrescente; tali zone sono individuate da 4 classi di accelerazione massima del suolo con probabilità di accadimento del 10% in 50 anni. Le prime tre zone della nuova classificazione corrispondono, dal punto di vista degli adempimenti previsti dalla legge n. 64 del 1974, alle zone di sismicità alta, media e bassa, mentre per la zona 4, di nuova introduzione, viene data facoltà alle regioni di imporre l’obbligo della progettazione antisismica. In ogni zona è, infatti, prevista l’applicazione della progettazione sismica con livelli differenziati di severità, salvo che nella zona 4.
Oltre ai criteri per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone, con l’ordinanza sono state approvate le norme tecniche contenute negli allegati che riguardano, per la prima volta, la quasi totalità di tipologie di costruzioni: edifici, ponti e opere di fondazione e di sostegno dei terreni.
Lo Stato ha provveduto a fissare i criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche, dando mandato alle regioni per l’individuazione delle zone sismiche. Alle regioni compete la predisposizione dell’elenco dei comuni classificati rispettivamente in zona 1, 2, 3 e 4. Per procedere a tale identificazione le regioni possono elaborare in proprio una mappa di pericolosità sismica regionale, oppure utilizzare quella fornita dallo Stato per tutto il territorio nazionale e allegata ai criteri per l’individuazione delle zone sismiche nella veste dell’elenco di tutti i comuni italiani con la loro classificazione sismica.
Successivamente il Parlamento, al fine di risolvere le questioni attinenti al riparto di competenze tra il Dipartimento della protezione civile e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in materia di normativa antisismica, ha previsto l’emanazione di norme tecniche anche per la verifica sismica ed idraulica relative alle costruzioni, nonché la redazione di norme tecniche per la progettazione, la costruzione e l'adeguamento, anche sismico ed idraulico, delle dighe di ritenuta, dei ponti e delle opere di fondazioni. Nel medesimo comma è stato precisato che la redazione di tali norme avvenga secondo un programma di priorità per gli edifici scolastici e sanitari.
Infine il DM 14 settembre 2005, entrato in vigore il 23 ottobre 2005, ha determinato la piena operatività della nuova classificazione sismica.