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Capacity Market, Di Maio ha firmato il decreto. IL TESTO

Una volta adottato il decreto, sarà possibile effettuare le prime aste entro il 2019 e far rientrare le stesse nella cosiddetta clausola di salvaguardia che fa salvi i contratti di capacità stipulati entro il 2019

martedì 2 luglio 2019 - Redazione Build News

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Il 28 giugno il Ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha firmato il decreto sul Capacity Market sul quale l'ARERA aveva dato parere favorevole. Grazie alla modifica della disciplina del mercato della capacità avallata dalla Commissione Europea sarà possibile fin da subito integrare nel sistema nuovi stringenti requisiti ambientali per le emissioni in capo agli operatori, con l’obiettivo di anticipare l’attuazione delle nuove norme europee volte alla decarbonizzazione adottate nell’ambito del “Clean Energy Package for all Europeans”.

L’introduzione del mercato della capacità – sottolinea il Sottosegretario Davide Crippa - si inserisce in modo complementare nel quadro più ampio di interventi finalizzati a rendere i mercati dell’energia elettrica più efficienti, aperti alla partecipazione di tutte le risorse, con particolare attenzione all’integrazione della generazione da fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo e della gestione della domanda, e sempre più integrati a livello europeo. Fornirà un contributo fondamentale per gestire in sicurezza la transizione ad un sistema energetico decarbonizzato, in linea con il PNIEC, con benefici attesi anche in termini di minori tensioni sui prezzi all’ingrosso e di minor rischio di interruzioni del carico.

Era fondamentale l’approvazione del decreto sul Capacity Market entro il 4 luglio, data di entrata in vigore il Regolamento Europeo sul mercato interno. Una volta adottato il decreto, sarà possibile effettuare le prime aste entro il 2019 e far rientrare le stesse nella cosiddetta clausola di salvaguardia che fa salvi i contratti di capacità stipulati entro il 2019.

QUADRO GENERALE

Il settore elettrico è interessato da qualche anno da rischi crescenti di inadeguatezza e di interruzione della erogazione del servizio elettrico in vaste aree del Paese, in particolare nell’area Nord e Centro Nord. Negli ultimi anni si è registrata una consistente riduzione della capacità programmabile disponibile per il sistema elettrico. Dal 2012 a oggi ci sono state dismissioni per circa 20 GW con una drammatica riduzione delle risorse necessarie a Terna per gestire in sicurezza il sistema anche in condizioni meteo estreme, oltre al concomitante basso contributo dell’import dai Paesi vicini. In più, la chiusura al 2025 degli impianti a carbone per altri 7 GW prevista dal PNIEC, comporterà un’ulteriore contrazione delle risorse programmabili utili al sistema e un deterioramento delle condizioni di adeguatezza.

All’adeguatezza del sistema elettrico partecipano tutte le tipologie di risorse in funzione della maggiore o minore programmabilità della generazione. La generazione da fonti rinnovabili può dare un apporto importante ma la non programmabilità e soprattutto la non disponibilità con continuità della risorsa naturale, come ad esempio l’irradiazione solare nelle ore serali, è tuttora un limite importante.

Gli impianti di generazione programmabile sono destinati a svolgere un ruolo prevalentemente nell’ambito dei servizi di rete, ovvero nella regolazione di frequenza e di tensione, con un numero ridotto di ore di funzionamento, mentre la copertura dei consumi finali sarà assicurata sempre più dalla generazione da fonti rinnovabili (il 55% al 2030 in base al Piano nazionale integrato energia e Clima).

A COSA SERVE IL CAPACITY MARKET?

L’impatto sul mercato della massiccia penetrazione della generazione da fonti rinnovabili negli ultimi anni, se da un lato ha avuto l’effetto positivo di ridurre il prezzo all’ingrosso, dall’altro ha determinato condizioni per gli impianti di generazione programmabile (principalmente termoelettrici) via via meno remunerative, tali da metterne in discussione le ragioni di mantenimento in servizio. Ecco perché il capacity market rappresenta uno strumento necessario a garantire il passaggio in sicurezza ad un sistema elettrico carbon-free.

In accordo con il Piano Nazionale per l’Energia e il Clima, lo sviluppo di sistemi di accumulo sia distribuiti sia di larga scala,potrà fornire un contributo utile. Nel breve periodo, a fronte dell’espansione della generazione da fonti rinnovabili, resta imprescindibile il ruolo fondamentale della capacità di generazione programmabile.

TAVOLO DI CONSULTAZIONE

A settembre partirà il tavolo di consultazione che porterà all’adozione delle misure necessarie a traghettare il sistema dal 2024 in poi. Quindi, il meccanismo rimarrà in vigore per il 2022 e il 2023, in accordo con il gestore della rete elettrica e con l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Senza l’adozione del Capacity Market, non sarà possibile raggiungere l’obiettivo di dismissione della capacità a carbone al 2025 né quello della crescita ulteriore della generazione da fonti rinnovabili (+12 GW al 2025) assicurando al contempo l’adeguatezza del sistema e la sicurezza delle forniture.

Anche altri Paesi UE (Francia, UK, Irlanda, Polonia, Belgio, Grecia) hanno adottato meccanismi analoghi per assicurare l’adeguatezza del sistema e una transizione energetica efficace, e la Commissione Europea ha riconosciuto la validità del meccanismo ri-notificato dall’Italia, che vi ha introdotto, unica in Europa, i nuovi limiti di emissione che non consentiranno agli impianti a carbone e a quelli a gas meno efficienti di parteciparvi.

BENEFICIO ECONOMICO

Il beneficio economico netto atteso per il sistema con il capacity market è stimabile in circa 1,6 miliardi di euro/anno, sulla base di simulazioni effettuate per l’anno 2022, che indicano un costo in termini di erogazione del premio per i partecipanti a questo meccanismo pari a 1,75 miliardi di euro a fronte di minori costi sui mercati per 3,35 miliardi di euro, sulla base delle simulazioni effettuate per l’anno 2022, così determinabile:

- riduzione dei prezzi sul mercato dell’energia per 1,4 miliardi di euro;

- eliminazione dell’attuale meccanismo del capacity payment per risparmi di 200 milioni di euro;

- restituzione del corrispettivo variabile per effetto dei contratti di opzione che saranno conclusi dagli operatori per complessivi 340 milioni di euro;

- riduzione delle ore attese con interruzioni programmate di carico che dovranno essere attivate per far fronte a problematiche di adeguatezza dei sistema ed evitare blackout generalizzati. Poiché in queste ore il prezzo di mercato si dovrà chiudere a 3000 euro/Mwh, questo comporta una riduzione ulteriore dei prezzi sul mercato per 1,3 miliardi di euro;

- risparmio associato alla riduzione del valore dell’energia non fornita di circa 110 milioni di euro.

Pertanto, anche senza considerare l’effetto di calmierazione dei prezzi sul mercato dell’energia, il Capacity Market determina un beneficio netto di circa 200 milioni all’anno. Quindi, per gli italiani il bilancio è assolutamente positivo.

LE BOLLETTE

La mancata implementazione del capacity market avrebbe un impatto economico in termini di aumento della bolletta dovuto ai costi delle situazioni di inadeguatezza e ad una minore concorrenza sul mercato. Resterebbero sul mercato impianti tradizionali spesso obsoleti inquinanti e poco efficienti che verrebbero utilizzati da Terna a prezzi più elevati di quelli attesi in presenza di mercato della capacità.

Inoltre, senza il meccanismo del Capacity Market, avremmo:

- minori benefici ambientali in termini di minore riduzione delle emissioni di CO2 e di altri inquinanti;

- aumento del numero di ore a rischio di disalimentazione del carico con i connessi costi correlati alla energia non fornita.

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