“L’aumento del costo dell’energia è legato soprattutto a cause congiunturali, come la ripresa economica globale e le strozzature negli approvvigionamenti. Questi fattori transitori dovrebbero essere almeno in parte superati nel corso del 2022, con la normalizzazione dei consumi e il superamento dei colli di bottiglia”.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo di domani.
“Tuttavia, i rincari riflettono anche un problema strutturale della transizione energetica. L’espansione delle rinnovabili – ha osservato Draghi - è ancora incompleta, anche a causa delle esitazioni dei Governi di molti Paesi. Al tempo stesso, per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni, a livello globale utilizziamo meno fonti fossili come il carbone. Il risultato è una dipendenza da combustibili di transizione come il gas, con rischi di aumento dei prezzi”.
“Il Governo si è impegnato a definire una chiara traiettoria di decarbonizzazione, con tempi rapidi ma realistici, e con obiettivi misurabili”, ha aggiunto il premier. “Siamo impegnati a definire un percorso di riduzione delle emissioni a livello europeo che tenga conto della capacità di riconversione del nostro tessuto produttivo. Per aumentare rapidamente la produzione da fonti rinnovabili, abbiamo stanziato fondi ingenti e semplificato le procedure amministrative”.
“Auspichiamo – ha detto il presidente del Consiglio - che il Terzo Pacchetto Gas, presentato martedì 14 dicembre dalla Commissione Europea, venga attuato rapidamente. Il pacchetto comprende l’acquisto congiunto volontario di stoccaggi strategici da parte degli operatori di trasmissione energetica, una misura che sarebbe utile per far fronte a eventuali rincari futuri”. “L’Italia è impegnata a trovare una soluzione strutturale al problema dei prezzi dell’energia a livello europeo. Penso, per esempio, alla proposta di creare stoccaggi integrati di scorte strategiche di gas. Un’iniziativa in tal senso migliorerebbe la capacità di tutti i Paesi europei di far fronte a rialzo di prezzi improvvisi, come quello attuale. Al momento manca un accordo su come procedere, ma è opportuno che il Consiglio continui ad occuparsene anche nelle prossime riunioni”.
“Da giugno ad oggi, il Governo ha stanziato più di 4 miliardi di euro per contenere l’incremento delle tariffe: 1,2 miliardi a giugno e più di 3 miliardi a settembre. Per l’anno prossimo, abbiamo previsto di spendere altri 3,8 miliardi, e siamo pronti a aggiungere altre risorse se l’andamento dei prezzi non dovesse stabilizzarsi”, ha precisato Draghi.
“Nell’ immediato, la nostra priorità è limitare la volatilità dei prezzi dell’energia, che rischia di avere un impatto significativo sui bilanci delle famiglie e delle imprese. In particolare, vogliamo proteggere le fasce più deboli della popolazione, che risentono maggiormente di questi aumenti”. “Per il primo trimestre del prossimo anno, annulliamo gli oneri generali di sistema per le utenze elettriche domestiche, per le piccole attività commerciali, per le microimprese. Riduciamo al 5 per cento l’aliquota IVA e abbattiamo gli oneri generali di sistema per il gas. E, sempre nel primo trimestre, per i cittadini più poveri e per quelli in gravi condizioni di salute, stanziamo quasi un miliardo per rafforzare le agevolazioni sulle bollette elettriche”, ha sottolineato il premier.
“Occorre anche fare una riflessione sul prezzo dell’energia, è difficile pensare a questo senza guardare ai profitti delle società elettriche che hanno avuto dal rialzo dei gas, sarà difficile non chiamare alla partecipazione chi ha maturato questi profitti”. “Sull’energia noi andiamo avanti con una politica di stanziamenti imponenti essenzialmemte orientata a sollevare i più deboli, questi stanziamenti però non possono andare avanti all'infinito, serve una soluzione strutturale”, ha concluso Draghi.