Il problema del caro-energia riguarda tutto il sistema produttivo nazionale: tanto gli energivori esposti alla concorrenza internazionale, quanto le piccole imprese che pagano la maggior parte degli oneri generali di sistema in bolletta. I piccoli imprenditori sono penalizzati da una distribuzione iniqua di questi oneri, che finanziano per il 49%, pari a 4,7 miliardi di euro, e che sono dedicati, tra l’altro, alle agevolazioni per le aziende energivore.
Confartigianato denuncia il problema storico degli squilibri nella struttura della bolletta energetica che colpiscono i piccoli imprenditori. A causa dell’assurdo meccanismo ‘meno consumi, più paghi’ applicato agli oneri parafiscali, le micro e piccole imprese con consumi energetici contenuti sono costrette a finanziare la maggiore quota di oneri per il sostegno delle energie rinnovabili, di categorie come le imprese energivore, e i bonus sociali.
Questa iniqua distribuzione del carico contributivo gonfia del 35% il costo finale dell’energia per le piccole imprese che finiscono per pagare l’elettricità 4 volte di più rispetto a una grande industria.
Al Governo impegnato a individuare misure per alleggerire il costo dell’energia, Confartigianato sollecita pertanto la riforma rapida e drastica della struttura della bolletta per garantire una distribuzione più equa degli oneri generali di sistema tra le diverse categorie di utenti e legata all’effettivo consumo di energia.
La Confederazione chiede di ‘estrarre’, almeno parzialmente, dalla bolletta gli oneri generali di sistema, trasferendo alla fiscalità generale le componenti tariffarie destinate a finanziare le agevolazioni per gli energivori e il bonus sociale.
Confartigianato sollecita inoltre la definizione normativa dei criteri di distribuzione della contribuzione in bolletta, fondati sull’allineamento tra consumi e gettito. E ancora la revisione della disciplina delle agevolazioni alle imprese a forte consumo di energia, limitando i benefici alle sole aziende che abbiano effettivamente realizzato interventi di efficienza energetica.
Altro fronte sul quale Confartigianato chiede di intervenire riguarda l’eliminazione delle inefficienze legate alla formazione del prezzo di borsa, che condiziona il peso dei costi energetici producendo extramargini di guadagno per alcun produttori, inaccettabili nell’attuale situazione di emergenza.
STUDIO SUGLI EFFETTI DEL CARO-ENERGIA SULLE IMPRESE DEL TERZIARIO. Lo "spettro" del caro energia continua a a fare paura alle imprese del commercio, della ricettività e della ristorazione che nel 2022, nonostante le misure di contenimento già adottate dal Governo, dovranno sostenere un aumento della bolletta energetica con una spesa complessiva per gas ed elettricità che passerà da 11,3 miliardi di euro del 2021 a 19,9 miliardi (+76%). Un conto salatissimo per un milione di imprese: le più colpite dalla pandemia e che ora rischiano in tantissime la chiusura anche a causa dei rincari energetici. Questi i risultati di uno studio di Confcommercio, svolto in collaborazione con Nomisma Energia, sugli effetti del caro-energia sulle imprese del terziario. In particolare, per l’elettricità, le imprese di questi settori, con un consumo complessivo di 22 miliardi di chilowattora, con le nuove tariffe in vigore dal 1° gennaio, vedranno aumentare la bolletta da 7,4 miliardi di € nel 2021 a 13,9 nel 2022. A questa spesa si deve poi aggiungere quella, altrettanto pesante, per il gas che, con un consumo complessivo di 5 miliardi di metri cubi, vedrà la bolletta aumentare da 3,9 miliardi € nel 2021 a 6 miliardi nel 2022.