Ne avevamo parlato lo scorso 17 novembre sulla fatica della Ue a trovare una soluzione sugli stoccaggi condivisi per provare a porre un freno e dare una risposta al caro energia.
Ebbene ora arriva la prima contromossa da parte della Ue. Nel pacchetto di dicembre sull’energia e l’ambiente (che a questo punto tutti vorremmo mettere sotto l’albero di Natale), la Commissione Ue dovrebbe dare il via libera all’acquisto e allo stoccaggio collettivo di gas.
Non ci sarà bisogno dell’unanimità dei Paesi Ue perché il sistema per l’acquisto e lo stoccaggio sarà costruito su base volontaria e soprattutto mira a intervenire nei casi di emergenza, come la situazione in cui ci troviamo per intenderci.
L’urgenza del provvedimento è palpabile dal momento che si fanno sempre più serie le minacce del leader bielorusso Lukashenko di bloccare le forniture verso l’Europa in caso di nuove sanzioni. E sappiamo che il piano B per far transitare il gas russo verso l’Europa, ovvero il Nord Stream 2, non è ancora disponibile né vi è una data certa di quando lo sarà.
Per questo, il pacchetto “natalizio” che la Commissione sta predisponendo assume maggiore importanza.
L’idea quindi è che gli operatori che trasportano il combustibile, in Italia Snam, abbiano a disposizione un meccanismo per acquistare e poi stoccare in depositi comuni il gas. La riserva verrebbe attivata come un dispositivo di sicurezza: un Paese o una regione, in caso di necessità, potranno chiedere di attingere a quel serbatoio.
Un serbatoio a cui attingere non solo quando si crea un blocco nella fornitura ma anche quando il prezzo è troppo elevato e diventa poco conveniente acquistarlo. Insomma un cuscino per calmierare gli eccessi del mercato, in preda a una speculazione incontrollata.
Per la Commissione si tratta di una misura preventiva. La domanda a questo punto che consumatori e imprese utilizzatrici di energia si pongono, dopo aver visto l’aumento delle bollette è: non potevano pensarci prima?
Franco Metta