Il terzo ciclone africano è arrivato portando picchi di 43 grandi nelle città italiane e dovrebbe durare fino al 12 luglio 2023. "Una situazione, quella del caldo torrido, che non si deve più considerare un fenomeno eccezionale e limitato a qualche giorno, ma un problema con cui dovremo fare i conti sempre di più nei prossimi anni. Tra le priorità c'è quella di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati nei settori più esposti, come l'edilizia", dichiara Enzo Pelle, segretario generale Filca-Cisl ( Federazione italiana lavoratori costruzioni e affini).
Aumento dei rischi di infortuni
"Le temperature elevate – spiega Pelle – aumentano i rischi di infortuni anche gravi. In questi periodi sarebbe opportuno contrattare una riduzione dell'orario di lavoro, da recuperare nei periodi più freschi. E non dimentichiamo che una circolare dell'Inps prevede il ricorso alla cassa integrazione quando la temperatura supera i 35 gradi, anche solo percepiti, e non c'è la possibilità di operare in luoghi protetti dal sole. La normativa – osserva il segretario della Filca – per troppi anni si è occupata più degli eventi meteo invernali. Direi che è arrivato il momento di occuparci degli eventi meteo estivi, con un intervento organico sul tema a partire dai 35 gradi all'ombra, che vanno rivisti al ribasso per i lavori edili, specialmente per quelli in quota".
Quali sono i rischi?
- Colpo di sole;
- Crampi di calore: spasmi dolorosi alle gambe e all'addome;
- Esaurimento da calore: Astenia, cute pallida e fredda, polso debole;
- Colpo di calore: temperatura corporea maggiore di 40 gradi, polso rapido e frequente, possibilità di perdita di coscienza.
Cosa fare?
Secondo il Vademecum di Filca-Cisl, Quando la temperatura all’ombra supera i 30 e l’umidità relativa è superiore al 70 le giornate di lavoro sono da considerare a rischio calore.
- Se la temperatura è elevata (sopra i 35 si può ricorrere alla CIGO per sospensione/riduzione dell’attività con causale "eventi meteo". Si può ricorrere alla CIGO anche quando ci siano meno di 35 ma la temperatura percepita sia più alta di quella reale. Ciò può avvenire, ad esempio, a causa di un elevato tasso di umidità;
- Lavorazioni come stesura manto stradale, rifacimento di facciate e tetti, lavorazioni all’aperto che richiedano uso di indumenti protettivi, fasi lavorative in luoghi non proteggibili dal sole e che comportino utilizzo di macchinari sensibili al forte calore possono aumentare la temperatura percepita (messaggio INPS n 2999 28 07 2022).
- Le imprese devono consultare il bollettino, ridurre le attività nelle ore più calde e riprogrammarle nelle ore più fresche, aumentare le pause;
- Le imprese devono fornire DPI adeguati alla stagione estiva (incluse creme solari e occhiali da sole) e formare adeguatamente gli addetti al primo soccorso;
- I lavoratori devono restare idratati, fermare la propria attività ai primi sintomi di malessere e avvisare il proprio datore di lavoro, se necessario chiamare il 118.
Protezione degli lavoratori over 60
"Inoltre – prosegue Pelle – chiediamo un sistema più capillare per la rilevazione delle temperature. Il caldo, come noto, aumenta i rischi. E questo vale ancora di più per gli over 60, che nei cantieri italiani rappresentano ben l'8% degli addetti (circa 60 mila sui 746mila totali, come riportato dalla Cnce, la Commissione delle Casse edili). Su questo tema nessuno deve avere remore, serve qualche strumento in più per evitare discordanze tra temperature sui cantieri e quelle ufficiali. È compito di tutti adoperarsi per evitare di mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori, anche perché ci sono strumenti a disposizione delle aziende, proprio come la Cigo, che consentono di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori senza alcun danno per le imprese stesse".