L’Italia diventa il terzo produttore di soluzioni abitative in legno dopo Germania e Svezia, registrando nel 2021 un turnover per una produzione di edilizia in legno di 1,795 miliardi di euro. Un ottimo risultato per un comparto industriale che conferma una grande vitalità. Lo dimostrano i dati del “7° Rapporto Edilizia in Legno”, accurata analisi di mercato sviluppata dal Centro Studi FederlegnoArrredo, che ogni anno fotografa la filiera delle costruzioni in legno in Italia. Infatti sono più di 3.400 le nuove unità abitative realizzate, con una tendenza verso la realizzazione di opere caratterizzate da una complessità ingegneristica crescente.
I risultati del rapporto si basano sull’indagine annuale condotta presso le aziende associate ad Assolegno di FederlegnoArredo, che operano nel settore della realizzazione di edifici a struttura portante in legno, coinvolgendo nell’analisi statistica i maggiori players del mercato e raggiungendo una rappresentatività di circa l’80% del fatturato generato. Le regioni dove si concentrano il maggior numero di realizzazioni sono Lombardia (prima per numero di aziende con 70 imprese) Trentino, Veneto, Emilia Romagna e Marche; allo stesso tempo i maggiori players si concentrano nelle provincie autonome di Trento e Bolzano (con un peso del 34% sul valore della produzione del settore).
“Registriamo con soddisfazione l’apprezzamento da parte del consumatore, che evidenzia la competitività delle nostre tecnologie costruttive” spiega Assolegno di FederlegnoArredo, associazione nazionale che rappresenta il settore e che promuove un utilizzo razionale del materiale legno quale elemento strutturale. “Circa 1 casa su 13 è costruita in bioedilizia in legno, raggiungendo oggi una percentuale sul complessivo dei permessi di costruire che è superiore al 7,3%. Aumenta anche il valore costruito al metro quadro e la dimensione media delle costruzioni, dati che riflettono la capacità dell’edilizia in legno di rivolgersi anche a realizzazioni sempre più complesse.
Si sta quindi sviluppando un trend positivo che coinvolge anche la realizzazione di edifici multipiano e che, per maggior parte delle opere, abbraccia all’interno del nostro circuito urbano, complessi realizzativi aventi 4-5 piani fuori terra. Questa tipologia costruttiva, intesa come nuova foresta urbana, può sicuramente contribuire a un sviluppo sostenibile del segmento edile, riuscendo di fatto ad essere un magazzino di carbonio e mitigando gli effetti del cambiamento climatico”.