di Franco Metta
Si scrive sospensione, leggasi bocciatura. Mentre Grillo e Giuseppe Conte non riescono a trovare la quadra sulla governance del Movimento 5 Stelle, il governo Draghi manda praticamente in soffitta uno dei provvedimenti di cui il Movimento si era fatto portabandiera. Stiamo parlando del cashback, che dopo la fase sperimentale di fine anno scorso, sta per portare al termine il suo primo e probabilmente ultimo semestre.
Un semestre caratterizzato da tanti download della App IO, quella con cui verificare la propria situazione, da tanti pagamenti cashless (cioè bancomat e carte di credito), tranne quelli online, ma anche da tanti micropagamenti ai distributori di benzina, nel tentativo di scalare la classifica per il premio finale, e che tante polemiche hanno suscitato. Quella che doveva essere la battaglia principe contro l’evasione finale, si è tramutata in una guerra tra poveri, alla caccia dell’ultimo scontrino.
E così, la cabina di regia del governo, riunitasi ieri, ha praticamente riallocato 1,75 miliardi di euro che andranno a dar manforte alle risorse per la legge di stabilità. A decretare questa scelta saranno state tante avvisaglie: i pareri della Ragioneria di Stato che ha bloccato la cessione dei crediti 4.0, oppure ancora l’esaurimento anticipato delle risorse per la nuova Sabatini (che però dovrebbe essere rifinanziata), oppure ancora la necessità di venire incontro in modo selettivo ad alcuni settori in crisi, con altra cassa integrazione.
Per l’operazione cashback formalmente è un arrivederci, ma sa tanto di un addio.