L’avanzo di esercizio dell’Ente di Previdenza dei professionisti Periti Industriali sale a 80 milioni di euro nel 2023, dato più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, e che porta il patrimonio netto ad oltre 1,6 miliardi di euro, con una variazione positiva del 10% rispetto al 2022.
La gestione finanziaria sfiora un rendimento lordo del 3,99%, che, al netto delle imposte fiscali, vale circa 54 milioni di euro. In aumento anche gli interessi e i dividendi incassati, che superano i 41 milioni (+58% rispetto al 2022). Una conduzione del portafoglio efficace ma anche virtuosa, perché conta per quasi il 30% investimenti conformi ai principi ESG.
Impatto sulla categoria del lavoro generato dal Superbonus
La platea dei professionisti tutelati si mantiene sostanzialmente stabile nel 2023. In aumento invece del 6% i pensionati, che superano le 6 mila unità; di questi, ben il 35% ha continuato ad esercitare la professione. Un’attività che, anche a seguito della positiva congiuntura economica nazionale del periodo e dell’impatto sulla categoria del lavoro generato dalle attività del Superbonus, ha fatto registrare nel 2023 fatturati e redditi medi in aumento del 25% rispetto al 2022: circa 78 mila euro per il fatturato e 53 mila per il reddito professionale.
Una spinta con effetto positivo anche sulle entrate contributive e gli interessi, che nel complesso si stimano a circa 186 milioni di euro per il 2023, superando le aspettative di quasi 44 milioni rispetto al 2022.
Assistenza
Sul fronte dell’assistenza, nel corso dell’anno, le risorse per l’erogazione di provvidenze e sussidi in convenzione a favore della salute degli iscritti e dei loro famigliari, compresi i contributi deliberati per il contrasto alla crisi energetica e al caro prezzi, sono valsi un totale di 3,9 milioni.
Assegno pensionistico
La congruità dell’assegno pensionistico rimane l’obiettivo principe della politica dell’Ente, attraverso “la distribuzione di 31 milioni del contributo integrativo 2021 e la maggiore rivalutazione dei montanti per 55,8 milioni nelle annualità dal 2017 al 2021. Somme che – commenta il Presidente Paolo Bernasconi – insieme a quanto distribuito nei precedenti anni, hanno alimentato i nostri montanti per oltre 320 milioni di euro. Una gestione virtuosa, alimentata anche dall’innalzamento dell’aliquota contributiva al 18%, che ha consentito di aumentare il tasso di sostituzione dal 20 al 40%. Proseguendo nel tempo in questo percorso, si potranno conseguire, a regime, tassi di sostituzione tra il 60-70%”.
Un impegno verso assegni pensionistici sempre più adeguati rinnovato anche a gennaio 2024, con il provvedimento di distribuzione del contributo integrativo riferito al 2022, in attesa dell’approvazione ministeriale. Se confermata, questa ulteriore distribuzione allungherebbe la serie storica di positive soluzioni realizzate dall’EPPI.
Leggi anche: “Inarcassa: avanzo economico di oltre 1 miliardo e patrimonio netto di 14,2 miliardi”