È del 26 giugno scorso la definitiva approvazione del Bilancio Consuntivo per l’esercizio 2019 dell’EPPI, la Cassa dei professionisti periti industriali, da parte del Consiglio di Indirizzo Generale su proposta del Consiglio di Amministrazione.
I numeri raccontano una gestione economico-finanziaria dai positivi risultati su tutti i fronti, a partire dall’avanzo economico che si attesta sui 39 milioni di euro, facendo salire il patrimonio netto oltre la soglia del miliardo di euro, in aumento del 7% rispetto al 2018. Anche gli investimenti, al valore di mercato, crescono del 12%, superando il miliardo e 400 milioni di euro, e registrando una redditività lorda pari al 2,90%. Numeri in crescita ancor più valorizzati da una efficiente gestione amministrativa, che vede una riduzione dei costi del 6% rispetto al 2018.
Crescita stabile e sostenibilità di lungo periodo sono dunque le principali caratteristiche che mettono in sicurezza per il 2019 il futuro previdenziale degli iscritti, grazie anche a una riserva straordinaria di oltre 282 milioni di euro, che vale circa 21 mila euro pro-capite.
Una solidità economico-finanziaria che permette all’Ente di perseguire con efficacia la continua ricerca di soluzioni previdenziali ed assistenziali a beneficio degli iscritti. Sul fronte previdenziale infatti, nel 2019 i professionisti periti industriali si sono visti aumentare i propri montanti per circa 27 milioni di euro, effetto di deliberazioni che hanno dato il via libera alla maggiore rivalutazione e alla distribuzione della contribuzione integrativa sul conto corrente previdenziale di ciascun profesisonista. Accanto a questi provvedimenti, sul fronte dell’assistenza e delle tutele assicurative di tipo collettivo sono stati impegnati circa 2,2 milioni di euro, con un contributo assistenziale medio pro-capite di circa 2.600 euro.
I dati riguardanti l’attività professionale degli iscritti sono altrettanto confortanti: in media, il reddito dichiarato dagli iscritti nel 2018 vede un aumento del 4% rispetto al 2017, con un dato assoluto pari a 34.612 euro; ugualmente il volume d’affari medio ottenuto nel 2018 sale a 50.307 euro. Incassi che hanno permesso un miglioramento del flusso della contribuzione in entrata per la Cassa, salita di quasi il 5% rispetto al 2017, anche per effetto della riforma previdenziale avviata nel 2012 e che nel 2019 ha portato stabilmente l’aliquota contributiva obbligatoria al 18% delle entrate nette dichiarate. A compendio, il dato sulla platea vede una leggera flessione negativa, pari al 2%, attestando sui 13.479 gli iscritti all’Ente, a cui si sommano 4.857 beneficari di assegno pensionistico.
Un quadro quindi decisamete positivo nel complesso, ma da monitorare tenuto conto dell’emergenza sanitaria che ha caratterizzato il 2020. I rischi che in questo senso la Cassa già da oggi dichiara e con responsabilità e prudenza attenziona sono: l’andamento negativo e volatile dei mercati finanziari, ritenuto tuttavia contingente e attutito da una importante gestione della liquidità; e la probabile contrazione del volume d’affari degli iscritti, con riflessi quindi nei ricavi del prossimo anno e negli incassi dell’anno seguente. Questi rischi non sono oggi quantificabili, anche in considerazione delle possibili iniziative governative che dovrebbero essere prevalentemente indirizzate a sostenere l’economia reale e anche i redditi professionali. Misure che l’EPPI continuerà a monitorare, e ad incentivare anche con propri provvedimenti, per essere sempre a fianco dei propri iscritti.