Le previsioni del Budget 2024 di Inarcassa, approvato dal Comitato Nazionale dei Delegati nell’adunanza del 29 e 30 novembre, stimano per il prossimo anno un flusso di entrate contributive al di sopra di 1,7 miliardi di euro e un avanzo economico di circa 954 milioni di euro. Il patrimonio, a fine ottobre 2023, si è attestato a 13,2 miliardi di euro a valori correnti di mercato, contro i 12,5 miliardi di euro riportati nel Bilancio di previsione dello scorso anno, con impegni importanti a sostegno dell’economia reale, sia internazionale che domestica.
Rilevante l’apporto della Gestione Previdenziale che, a fronte di un incremento delle pensioni in linea con le proiezioni del Bilancio tecnico, è caratterizzata dalla tenuta delle iscrizioni e dall’eccezionale dinamica dei redditi. Dinamica che ha consentito al valore del monte redditi di Inarcassa di raggiungere i massimi storici dal 1982.
Il numero degli iscritti a fine 2023 dovrebbe attestarsi a 175.732 unità per fine anno (+0,1% e +105 unità). Le previsioni per il 2024 confermano la prosecuzione del trend in corso: gli iscritti dovrebbero, infatti, mantenersi al di sotto delle 176 mila unità. In merito alla composizione della platea si prevede, in linea con gli ultimi anni, una prosecuzione della crescita della componente femminile all’interno di entrambe le categorie di professionisti. A fine 2023, i pensionati della Cassa dovrebbero raggiungere le 45.695 unità, con un aumento del 6,1% rispetto alla consistenza di fine 2022; sulla base dell’andamento dei flussi previsto per il prossimo anno, i pensionati dovrebbero attestarsi poco sotto le 49.000 unità per la fine del 2024 (+6,9%).
“Sono risultati importanti – dichiara il presidente Giuseppe Santoro – se pensiamo che sono frutto di una rigorosa gestione del futuro pensionistico di ingegneri e architetti liberi professionisti. Siamo chiamati ad investire le nostre risorse nel Paese – prosegue il Presidente – e al tempo stesso veniamo penalizzati dalla tassazione sui rendimenti, meccanismo che nel 2021 ha assicurato all’erario 765 milioni di euro. Analogamente, siamo assoggettati a normative destinate alla Pubblica Amministrazione senza tuttavia poter azionare le leve di gestione ad essa riservate. Ed è per questo che, in un quadro ordinamentale sempre più complesso e incerto – conclude Santoro – abbiamo il dovere di ristabilire l’identità delle nostre Casse nel segno della buona gestione e a tutela degli interessi dei nostri associati”.
Cassa Geometri: risultato economico positivo di 157,4 milioni
Il Comitato dei Delegati della Cassa Geometri ha approvato il bilancio di previsione 2024 con un risultato economico positivo di 157,4 milioni di euro.
L’attività produttiva della categoria continua a crescere: nel 2023 si registra, infatti, un incremento dei redditi e del volume d’affari rispettivamente del 20% e del +14,4%, risultati che si aggiungono all’incremento di oltre il 40% del precedente esercizio e che confermano il trend positivo avviato nel 2022.
Commenta il Presidente di Cassa Geometri Diego Buono: “La ripresa degli indicatori di produttività della categoria, ulteriormente consolidata nel 2023, va di pari passo con il rafforzamento delle azioni intraprese da Cassa Geometri per migliorare i servizi di previdenza, assistenza e welfare verso i propri iscritti, cercando di coniugare l’obiettivo della sostenibilità nel medio-lungo periodo con la necessità di garantire l’adeguatezza delle prestazioni future. Proseguono in quest’ottica le iniziative volte a potenziare le attività professionali dei geometri e ad agevolare, soprattutto per i più giovani, l’accesso alla professione e al reddito”.
In particolare, le entrate contributive per il 2024 si prevedono in 772 milioni di euro, mentre il risultato della gestione previdenziale, stimato per l’esercizio 2024, presenta un saldo positivo di 152,7 milioni di euro.
Infine, per quanto riguarda la gestione patrimoniale della Cassa, i dati previsionali di redditi e proventi patrimoniali per il 2024 evidenziano un risultato complessivo di gestione di 37,7 milioni di euro, di cui 4,7 milioni relativi alla gestione immobiliare e 33 milioni relativi a quella mobiliare.
Eppi: avanzo di quasi 30 milioni
Definitiva l’approvazione del bilancio di previsione dell’EPPI - l’Ente di previdenza dei periti industriali e di periti industriali laureati - per il prossimo anno. Il Consiglio di Indirizzo Generale ha infatti acceso il semaforo verde alla proposta di budget 2024 avanzata dal Consiglio di Amministrazione a fine ottobre.
Tra i dati, oltre al positivo risultato che a fine di 2024 si prospetta di poco inferiore ai 30 milioni di euro, balza in evidenza la quota destinata ai servizi di assistenza e welfare, per l’anno prossimo stimata in 3,67 milioni di euro. Il dettaglio delle voci di spesa (Tabella 1) rappresentano l’importante impegno da parte dell’Ente verso i propri iscritti su questo fronte, che per un verso si delinea nel segno della continuità, per l’altro intende ampliare la platea dei beneficiari.
In questo senso vanno le estensioni, a partire dal prossimo anno, anche ai Periti Industriali in quiescenza, ovvero ai professionisti in pensione e non più in attività, delle polizze per grandi interventi, per la copertura Long Term Care e del ventaglio dei servizi per la salute. Operazione questa che, seppur relativamente contenuta nei costi, “è un importante segno di equità intergenerazionale - si legge nella relazione firmata dal Presidente Paolo Bernasconi – a sostegno degli iscritti più anziani e, pertanto, maggiormente bisognosi di tutele sanitarie”.
Per gli iscritti ancora in attività, restano confermate, e rinnovate, le stesse polizze assicurative a carattere collettivo, attivate attraverso Emapi – l’Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani, compreso il servizio di check up annuale gratuito, da tempo nelle disponibilità dei servizi di prevenzione offerti dall’Ente.
Anche dal punto di vista amministrativo gestionale, il capitolo dell’assistenza dell’EPPI subirà una rivoluzione nel 2024: grazie all’intervenuta approvazione ministeriale, dal 1° gennaio 2024 entrerà in vigore il nuovo Regolamento delle Prestazioni di Assistenza. “Un nuovo modello non assistenzialistico – si legge nella nota di accompagno al bilancio – bensì pronto a rispondere alle esigenze delle categorie maggiormente vulnerabili, con una particolare attenzione alla salute, ai bisogni dell’attività professionale, alla famiglia e agli eventi catastrofali”. Questi i quattro capitoli del nuovo Regolamento, che sviluppa ben 27 linee di diretta attuazione e copertura da parte della Cassa, con una stima di spesa di 2 milioni di euro, tramite un sistema di emanazione a bandi.
A conferma dell’impegno e attenzione di riguardo degli organi istituzionali verso la fascia più senile degli iscritti, anche in questo caso saranno ricompresi tra i beneficiari gli iscritti in pensione non più in attività.
Un altro avvenimento di forte impatto per la gestione delle attività dell’ente e del rapporto con gli iscritti sarà l’entrata in vigore, sempre dal 1° gennaio 2024, del nuovo Regolamento per l’Attuazione delle Attività di Previdenza: il secondo polmone, insieme allo Statuto, che alimenta le attività e gli obiettivi istituzionali dell’EPPI. Il nuovo testo favorisce “la semplificazione per mezzo della digitalizzazione nel rapporto tra gli iscritti e l’Ente, la possibilità di optare per un’aliquota contributiva sino al 35%, la contribuzione agevolata per i giovani under 35 che, nella fase di avvio dell’attività sono caratterizzati da redditi bassi, l’uniformità con una più efficiente distribuzione del contributo integrativo, oltre all’equità contributiva quale condizione necessaria per poter accedere alle prestazioni” si commenta nella relazione.
Passando alla gestione amministrativa e finanziaria, quest’ultima assicurerà la copertura della rivalutazione di legge dei montanti previdenziali degli iscritti, al tasso del 2,96%, stimata in oltre 39 milioni di euro. La composizione del patrimonio si immagina destinata per l’80% in investimenti in titoli, per quasi il 12% in fondi immobiliari e per il restante 8% quale residuo di cassa.
Circa, infine, la capacità contributiva degli iscritti, è stimata per l’anno prossimo in 95,4 milioni di euro. Un dato che continua a far ben sperare nella capacità dei professionisti periti industriali di rimanere sul mercato anche in futuro (nel 2022 infatti le dichiarazioni reddituali hanno superato in media i 53 mila euro, valore aumentato di oltre il 60% rispetto al 2020).
“Non mancheremo di continuare - commenta infine il Presidente – con l’offrire un’assistenza quotidiana e diretta ai nostri iscritti, con le iniziative di promozione della cultura previdenziale e con le azioni messe in campo negli ultimi 10 anni per perseguire l’obiettivo dell’adeguatezza degli assegni pensionistici rispetto all’ultimo reddito prodotto dai nostri colleghi. Siamo stati infatti in grado di raddoppiare, dal 20 al 40%, il tasso di sostituzione. Lavoreremo per raggiungere il 60 -70%”.