Ieri il Consiglio regionale del Veneto, dopo la discissione generale sul Testo Unificato della nuova Legge regionale sulle Cave, e dopo aver esaminato gli ultimi cinque articoli della normativa, una decina di emendamenti finali – in particolare con riferimento alle attività estrattive all’interno del Parco Regionale dei Colli Euganei, in provincia di Padova - e degli ordini del giorno depositati sulla materia, ha approvato con 31 voti favorevoli e 14 contrari la nuova Legge sulle attività di Cava, a distanza di 36 anni dall’approvazione della L.R. 7 settembre 1982, n. 44, che normerà le attività regionali estrattive cercando di rispondere alle rinnovate esigenze espresse dal territorio e nel rispetto e a tutela dell’ambiente e delle categorie economiche e produttive.
“Dopo 36 anni abbiamo finalmente una nuova legge sulle cave. Adesso pensiamo all’approvazione del Piano (PRAC) che è strettamente legato alla legge, mettendo così a regime le nuove regole per le attività estrattive sul territorio regionale”, ha dichiarato l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin.
“Il testo della legge – ha detto Bottacin - è il frutto di un impegnativo lavoro, su cui è stata trovata un’ampia condivisione, a partire dall’aspetto più importante che è il no a nuove cave”.
RIDUZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO. Il perno intorno a cui ruotano la legge e lo stesso PRAC è infatti quello della riduzione del consumo del suolo. Il fabbisogno previsto per i prossimi 10 anni è di 80 milioni di mc. di materiale: di questi solo 12,5 milioni di mc. deriveranno da nuove estrazioni, mentre la parte restante sarà recuperata da demolizioni, opere pubbliche ed estrazioni già autorizzate.
Nuove autorizzazioni riguarderanno solo ampliamenti di cave esistenti, ma per quanto riguarda sabbia e ghiaia non potranno esserci neppure ampliamenti, se non nelle province di Verona e Vicenza. Ogni autorizzazione potrà essere prorogata una sola volta e il ristoro per la presenza di una cava non riguarderà soltanto il comune interessato ma anche i comuni contermini. Le Province potranno assumere la competenza autorizzatoria previa intesa con la Regione. I siti di cava non potranno essere utilizzati come discariche ma le cave esaurite potranno essere trasformate in bacini di laminazione per la sicurezza idraulica e in bacini di accumulo per l'irrigazione.
“Il clima di condivisione su questa tematica fa ben sperare che anche i tempi di approvazione del PRAC saranno altrettanto rapidi”, conclude Bottacin.