Il Consiglio dei ministri ha ieri deliberato di impugnare la legge della Regione del Veneto "Norme per la disciplina dell'attività di cava" (n. 13/2018), adducendo la motivazione che “varie disposizioni riguardanti i provvedimenti autorizzatori dell'attività di coltivazione delle cave e dell'attività estrattiva invadono la competenza riservata allo Stato dall'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, in materia di tutela dell'ambiente”.
Commentando la decisione, l’assessore regionale all’ambiente la ritiene del tutto immotivata. “E’, come sempre, un chiaro attacco politico nei confronti del Veneto – aggiunge - da parte di un governo non eletto e con i minuti contati”.
“In precedenza ci avevano detto – sottolinea l’assessore veneto - che secondo loro c’erano solo alcune cose da sistemare e la nostra Avvocatura aveva puntualmente e ampiamente argomentato rispondendo alle obiezioni sollevate con una lettera in cui si proponeva comunque di tenerne conto, facendone oggetto di un correttivo legislativo. Ma il governo se ne è ampiamente fregato e oggi ha impugnato la nostra legge”.
“Ce ne faremo una ragione – conclude l’assessore – ma non si può non evidenziare che hanno anteposto lo strumentale attacco politico a una legge che il Veneto attendeva dal 1982. Lo hanno fatto anche altre volte, come nel caso del bollo per le auto storiche: hanno impugnato la nostra legge ma non quella di altre regioni”.