Estensione del regime tributario della cedolare secca alle locazioni a uso diverso dall’abitazione. È quanto prevede una risoluzione (8-00204) approvata il 6 ottobre 2016 dalla commissione Finanze della Camera.
La risoluzione, sulla quale il viceministro all'Economia e Finanze Luigi Casero ha espresso una valutazione favorevole, impegna il Governo “a valutare l’opportunità di rivedere la disciplina tributaria applicabile al mercato delle locazioni non residenziali, segnatamente per prevedere strumenti a favore dei piccoli proprietari di immobili di modeste dimensioni destinati a locazioni non residenziali, verificando in particolare, in tale prospettiva, l’eventualità di estendere le norme attualmente in vigore sulla cedolare secca anche alle locazioni ad uso diverso dall’abitazione.”
Nelle premesse si osserva che “per ridare movimento agli affari delle imprese sul territorio e soprattutto per stimolare il commercio e il rifiorire dei negozi di vicinato ci sarebbe una soluzione: estendere i positivi esperimenti compiuti nel campo dell’affitto residenziale, attraverso la cedolare secca ed il canone concordato, anche al settore commerciale”.
Alla luce “dei positivi risultati derivanti dall’attuazione dello strumento della cedolare secca nel settore residenziale, appare più che opportuno estendere tale misura anche alle locazioni commerciali e istituire contratti a canone agevolato, con relativo sgravio fiscale per il proprietario, a un comparto, quello aziendale, legato ancora alle normative e alle tipologie contrattuali degli anni Ottanta”.
In questo modo “si renderebbe senz’altro più interessante per i proprietari privati l’affitto ad aziende e con ogni probabilità si ridurrebbe la grande quantità di immobili commerciali oggi sfitti; la conseguenza naturale sarebbe, di sicuro, l’aumento del numero di locazioni gestite sul mercato e la riduzione delle tempistiche medie delle trattative”.