Al via con oltre 30 partner e un finanziamento da 3 milioni di euro della Commissione Ue, il Progetto SCRREEN (Solutions for CRitical Raw materials - European Expert Network) di ricerca sulle materie prime strategiche. Finanziato nell’ambito di H2020, il progetto punta allo sviluppo di nuove tecnologie e strategie per accrescere la disponibilità di materie prime strategiche attraverso il coinvolgimento di Centri di ricerca, Università, associazioni ed operatori europei. Per l’Italia, il riferimento a livello nazionale è l’ENEA che contribuirà alla creazione e al coordinamento del previsto dal progetto.
Presso il Centro Ricerche Casaccia dell'ENEA si colloca uno dei sei poli di ricerca istituiti nell'ambito dell'Associazione EIT RawMaterials, finanziata dall'Istituto Europeo per la Tecnologia e l'Innovazione (EIT) che prevede la creazione di una Knowledge Innovation Community (KIC), una Comunità della Conoscenza e dell'Innovazione. L'obiettivo è quello di migliorare l'estrazione, il riciclo, il riuso e la sostituzione delle materie prime, in particolare quelle 'critiche', quali ad esempio terre rare, indio, germanio e magnesio. Una rete di laboratori, imprese e università che dovrà sviluppare un progetto da 2 miliardi di euro per creare tra l'altro 50 start up e 10mila posti di lavoro. L’ENEA ha vinto la KIC nel dicembre 2014 e coordinerà circa 50 partner tra industrie, PMI, enti di ricerca, università e istituzioni regionali da Italia, Spagna, Ungheria e Malta.
MATERIE PRIME PER CELLE FOTOVOLTAICHE E TURBINE EOLICHE. Le materie prime strategiche sono essenziali per produrre beni diffusi quali telefoni cellulari, cavi di fibre ottiche, celle fotovoltaiche. Le terre rare, ad esempio, servono per realizzare le turbine eoliche, il germanio per i rivelatori all’infrarosso, il magnesio per le leghe leggere in alluminio.
Tuttavia, a fronte di una domanda in forte crescita, l’approvvigionamento sta diventando problematico a causa della concentrazione dell’offerta da pochissimi paesi: Cina, Russia, Repubblica democratica del Congo e Brasile; a ciò si aggiungono il basso grado di sostituibilità e i tassi ridotti di riciclaggio.
Già nel 2010 la Commissione europea aveva segnalato l’esigenza di interventi e individuato 14 materie prime “strategiche”: antimonio, berillio, cobalto, spatofluoro, gallio, germanio, grafite, indio, magnesio, niobio, platinoidi, terre rare, tantalio e tungsteno. E nel maggio 2014 la lista è stata portata a 20.
Per approfondimenti:
http://titano.sede.enea.it/Stampa/Files/cs2014/Articoli-materie-prime-EAI.pdf
Giovanni Di Girolamo – ENEA - Divisione Tecnologie e processi dei materiali per la sostenibilità. Giovanni.digirolamo@enea.it