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Cemento, nel 2013 chiusi 21 impianti a ciclo completo su 60

Il Rapporto di sostenibilità Aitec ha registrato una riduzione delle emissioni di CO2 pari a circa 305.000 tonnellate e un aumento del tasso di utilizzo di combustibili alternativi dall’8 all’11%

lunedì 2 febbraio 2015 - Redazione Build News

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Nel 2013 la produzione di cemento delle aziende associate a Aitec (Associazione italiana tecnico economica cemento aderente a Confindustria) ha registrato un ulteriore decremento (-12,0%), attestandosi a 20,5 milioni di tonnellate.

A scattare la fotografia il secondo Rapporto di sostenibilità Aitec 2013, che rendiconta le azioni più significative in materia di sostenibilità da parte delle aziende associate, rappresentative di circa il 90% della produzione nazionale di cemento. 

CROLLO DEI CONSUMI DI CEMENTO. Nel 2013 sono stati chiusi 21 dei 60 impianti a ciclo completo esistenti nel 2008. I consumi di cemento hanno proseguito la loro contrazione con un decremento su base annua pari al 15,1%, a fronte di un volume complessivo di 21,7 milioni di tonnellate. Secondo le stime dell’Ufficio Studi AITEC nel 2013 il calo dei consumi ha mostrato intensità differenziate a livello territoriale: il Nord Ovest ha proseguito il calo con un decremento intorno al 12%; le altre ripartizioni hanno subìto, in maniera più intensa, le conseguenze del ridimensionamento delle costruzioni, con decremento tra il 15 e il 17%. Tale scenario ha determinato modifiche strutturali di mercato che hanno condotto alla conseguente concentrazione delle produzioni negli impianti più efficienti e in maggior prossimità dei cantieri aperti.

OCCUPAZIONE. I dipendenti coperti da contrattazione collettiva sono il 100%. Tutte le aziende operano nel pieno rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro applicati a tutti i dipendenti. Il contratto maggiormente applicato, Cemento, Calce e Gesso, è stato rinnovato nel 2013 in ambito Federmaco (Federazione Italiana Materiali di Base per le Costruzioni).

Il dato significativo che emerge è che, nonostante il perdurare della situazione di crisi, che ha portato numerosi comparti industriali a contrarre in modo significativo il loro numero di addetti, l’industria del cemento ha contenuto a circa il 9% la riduzione media dei propri lavoratori.

VALORE GENERATO E DISTRIBUITO. Nel 2013 il valore aggiunto distribuito dal settore ai principali stakeholder è stato pari a 508 milioni di euro, in ulteriore calo rispetto al 2012. A fronte di tale valore, si è registrata una perdita netta a carico degli azionisti che ha superato i 400 milioni di euro, dopo quattro anni consecutivi. Nonostante tale forte criticità, è stata confermata, anche per il 2013, la destinazione in via prioritaria alle risorse umane che prestano la propria opera nell’industria cementiera (77%). Una parte significativa del valore aggiunto generato è stata poi destinata ai finanziatori delle imprese (44%) e allo Stato, sotto forma di imposizione fiscale (49%). Per quanto riguarda gli investimenti, è stata pressoché confermata nel 2013 la quota del 2012 (11%), sebbene essa si sia più che dimezzata rispetto al 2011.

INVESTIMENTI: AMBIENTE E SICUREZZA. Il settore, malgrado il contesto di crisi, ha investito in protezione dell’ambiente e in sicurezza per i lavoratori, sul triennio 2011-2013, circa 120 milioni di euro.

“Sul fronte della performance ambientale, il Rapporto registra una riduzione delle emissioni di CO2 pari a circa 305.000 tonnellate e un aumento del tasso di utilizzo di combustibili alternativi dall’8 all’11%. Registra inoltre una diminuzione dei principali parametri emissivi, frutto di investimenti in tecnologie di abbattimento degli inquinanti per circa 120 milioni di euro nel periodo preso in esame”, spiega il presidente di Aitec Giacomo Marazzi.

“I progressi – aggiunge Marazzi - sono proseguiti anche riguardo alle attività estrattive, dove si è mirato a preservare la biodiversità e a razionalizzare il consumo di risorse naturali, così come sul fronte della qualità dei luoghi di lavoro, della responsabilità del prodotto e dei rapporti con le comunità locali”.

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