“Siamo sorpresi e sconcertati nel vedere che si continua a insistere con questo costoso e dannoso apparato, figlio di una visione anacronisticamente statalista per cui lo Stato, pur non avendo mezzi e competenze per farlo, in spregio al libero mercato, si attribuisce la progettazione di un’opera pubblica, senza alcun raffronto concorrenziale sulla convenienza di tipo qualitativo ed economico, con gli altri operatori economici reperibili sul mercato. Siamo convinti che una struttura pubblica come prospettata, che non ha pari in Europa, avrà costi complessivi assolutamente non confrontabili con quelli del mercato dei liberi professionisti, contro una qualità che dovrà essere verificata, ma che siamo certi non proporzionale al costo”. Questo il commento di Franco Fietta, presidente della Fondazione Inarcassa, a proposito dell’avvio da parte dell’Agenzia del Demanio della selezione fino a 300 unità di personale tecnico amministrativo da destinare alla Centrale di Progettazione, istituita con la legge di Bilancio 2019, con una previsione di spesa annua di 100 milioni di euro.
“È inaccettabile - prosegue Fietta - che un unico soggetto assuma la veste di progettista di opere pubbliche, stazione appaltante e soggetto di committenza delegata da parte di altre amministrazioni. Per garantire la qualità delle prestazioni professionali e la trasparenza nel processo di esecuzione delle opere pubbliche, è indispensabile puntare ad una chiara ed evidente distinzione tra controllori e controllati, riservando ai liberi professionisti e alle società di ingegneria la progettazione, la direzione lavori e il collaudo, mentre ai pubblici dipendenti la programmazione delle opere, incluso il reperimento dei fondi, e in fase esecutiva il solo controllo dei tempi e costi del processo realizzativo".
"È doveroso ricordare, inoltre, che l’idea stessa di centralizzare la progettazione è in netto contrasto con tutte le disposizioni normative di origine comunitaria, le quali hanno condotto a un’importante conseguenza in capo agli Stati membri: essi sono obbligati a dettare una disciplina normativa che incentivi la concorrenza fra privati.
"In quest’ottica, l'ordinamento comunitario veicola la necessità che le amministrazioni pubbliche procedano, in conformità ai principi di trasparenza e imparzialità, ad affidare l’esecuzione di contratti di appalto e di servizi pubblici (servizi di interesse generale, nella terminologia comunitaria) tramite gara ad evidenza pubblica", spiega.
"L’affidamento in house, che costituisce l’unica eccezione a questo principio, presuppone un legame strettissimo fra affidante e affidatario che la Centrale per la Progettazione che si sta provando ad istituire, non può assolutamente garantire. La stessa Corte di giustizia europea è ripetutamente intervenuta su questa tematica, sanzionando i comportamenti lesivi del principio della parità di trattamento degli offerenti", aggiunge.
"Restiamo quindi fermamente contrari alla Centrale per la progettazione - conclude Fietta - perché rappresenta un inutile spreco di tempo e risorse pubbliche senza garantire qualità e sicurezza delle opere, oltreché un azzardo giuridico rispetto all’ordinamento comunitario. Se si prosegue su questa strada, arrechiamo un danno enorme al futuro del paese. Ci attende la grande sfida del Pnrr, i cui fondi richiedono una rapida capacità di spesa e un’ampia disponibilità progettuale. Non possiamo più permetterci di perdere altro tempo inseguendo chimere fantasiose e volontà personali, né questo è il momento di sperimentare modelli anticostituzionali, antieconomici, lesivi della concorrenza e del mercato quali la centrale di progettazione. È urgente fare presto e bene, e gli ingegneri e architetti liberi professionisti sono pronti”.
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