Le scadenze disattese
Stavolta, sembra la volta buona.
I punti cardini
- migliorare l’efficacia del meccanismo, anche con eventuali modifiche della soglia dimensionale richiesta;
- valorizzare i risparmi energetici derivanti da misure volte al miglioramento comportamentale;
- prevenire comportamenti speculativi.
Il DM 28 dicembre 2012 ha limitato l’accesso al meccanismo dei certificati bianchi, a decorrere dal 1° gennaio 2014, ai soli progetti non ancora realizzati o in corso di realizzazione, ossia a quei progetti che al momento della presentazione non avevano ancora iniziato a generare risparmi. In tal modo, il principio di non attribuire incentivi a interventi già realizzati e regolarmente messi in esercizio a prescindere dall’incentivo è già stato reso operativo, rispettando quella che deve essere la logica sussidiaria dell’intervento pubblico rispetto alla propensione all’investimento.
Le criticità da affrontare
a. il rischio di conteggiare risparmi e attribuire certificati per risparmi futuri o solo potenziali, che potrebbero non essere realizzati a causa di dismissioni o riqualificazioni anticipate degli impianti dovute, ad esempio, all’andamento del mercato o a logiche di obsolescenza commerciale e tecnologica del bene; ciò comporta un rischio molto elevato per il sistema e comunque un fenomeno di sovrastima del risparmio effettivamente prodotto, difficile da gestire;
b. la necessità di aggiornare il ruolo, le conseguenti responsabilità ed i diritti nei confronti del GSE di quelli che le attuali Linee guida chiamano “soggetto proponente” e “cliente partecipante”;
c. la necessità di una metodologia più oggettiva, o comunque maggiormente definita ex-ante, per la valutazione dei progetti dei settori industriali e infrastrutturali, in modo da orientare fin dall'inizio il proponente su cosa debba assumere come baseline, a vantaggio dell'efficacia e della rapidità della successiva procedura di valutazione e per evitare il fenomeno della sovra-allocazione;
d. l'assenza di una modalità efficace per tenere conto dell'evoluzione tecnologica nel corso della vita del del progetto, che dovrebbe portare a rivedere la durata del sostegno pubblico o comunque a non assumere necessariamente l'intera vita tecnica (peraltro potenziale) come parametro uniforme di riferimento.
Obiettivi dichiarati
Si considera, pertanto, urgente procedere ad un aggiornamento delle Linee Guida al fine di:
- promuovere le competenze dei soggetti ammessi, come già previsto all’art.12, comma 5, del D.lgs. 102/2014, che introduce l’obbligo di certificazione UNI 11352 e UNI CEI 11339;- eliminare i rischi di sovra-remunerazione;
- premiare le tecnologie più efficienti attraverso una più chiara definizione del principio di addizionalità;
- razionalizzare, armonizzare e differenziare opportunamente i diversi strumenti di sostegno dell’efficienza energetica vigenti, al fine di indirizzare correttamente le risorse a disposizione;
- rivedere le modalità per il riconoscimento dei titoli di efficienza energetica al fine di eliminare il rischio di riconoscerli per risparmi che potrebbero non essere realizzati;
aggiornare i ruoli del soggetto presentatore del progetto e del soggetto realizzatore dell’investimento;
- precisare le modalità di effettuazione dei controlli.
Consultazione pubblica
Il Mise ha dunque aperto la fase di consultazione pubblica che, aperta fino al 30 settembre 2015, permette a tutti i soggetti interessati di trasmettere osservazioni e proposte all’indirizzo e-mail certificatibianchi@mise.gov.it.I TEE IN NUMERI
Il documento, oltre ad evidenziare le proposte di revisione del meccanismo, riassume anche qualche dato importante.Dall’avvio del meccanismo fino al 31 dicembre 2014, come illustrato nella relazione annuale pubblicata dal GSE, sono stati emessi oltre 31 milioni di titoli e contabilizzati più di 20 Mtep di risparmi di energia primaria addizionale.
In questi ultimi anni si è assistito a un graduale aumento degli interventi nel settore industriale (stabilimenti e cicli produttivi), mentre nel primo e secondo periodo d’obbligo erano prevalenti gli interventi nel settore civile e terziario (abitazioni e uffici).Gli interventi nel settore industriale, riguardanti prevalentemente l’ottimizzazione dei processi produttivi e dei layout degli impianti, il revamping di forni industriali e recuperi termici da combustione, hanno generato l’80% dei TEE rilasciati negli ultimi anni e il 79% dei titoli riconosciuti nel 2014.
Segue il settore civile con un contributo di circa il 18% dei titoli riconosciuti (si tratta prevalentemente di progetti relativi agli impianti per la climatizzazione e la produzione di acqua calda sanitaria) e il settore dell’illuminazione pubblica e privata con il 3% sul totale.Una tendenza emersa è il progressivo minor utilizzo delle schede standard, a conferma della propensione degli operatori a ricorrere al metodo a consuntivo, in grado di cogliere le caratteristiche specifiche di interventi con un alto livello di complessità.
I soggetti più attivi nella presentazione dei progetti sono le società dei servizi energetici (oltre il 70%).