Al fine di contrastare fenomeni di illegalità nel mercato del lavoro e fornire alle Commissioni di certificazione, istituite presso i Consigli provinciali dell'Ordine, un indirizzo univoco per la certificazione dei contratti di appalto, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, nella circolare n.6/2019, ha aggiornato le specifiche linee guida e fornito anche indicazioni operative sull'organizzazione dei mezzi necessari, sui rischi dell'appaltatore, sugli obblighi del datore di lavoro legato in solido all'appaltatore e sugli appalti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.
Il mercato del lavoro molto spesso deve fare i conti con alcuni fenomeni di illegalità diffusa, che ne minano l’etica e la correttezza deontologica e che finiscono per incidere notevolmente sulla dignità dei lavoratori e sulle condizioni di vita delle loro famiglie. All’annosa questione del lavoro nero e irregolare si affianca quella delle esternalizzazioni illecite dei processi produttivi, molto spesso di difficile individuazione e riconoscibilità. La necessità di dare in appalto a soggetti esterni parti di alcune attività aziendali è di per sé fisiologica e genuina se finalizzata ad una migliore organizzazione del lavoro e ad una ottimizzazione del processo di produzione produttivi. Laddove, invece, si faccia un uso distorto e patologico delle esternalizzazioni di servizi, si dà vita ad una piaga sociale che dietro contratti di appalto formalmente corretti nasconde casi di intermediazione e somministrazione illecita di manodopera a basso costo.
In allegato la circolare n.6/2019