Forte calo dei fallimenti nelle costruzioni e nel Mezzogiorno nel primo trimestre 2016: è quanto emerge dall’Osservatorio su fallimenti, procedure e chiusure di imprese relativo ai primi tre mesi di quest'anno, diffusi da Cerved, gruppo leader in Italia nell’analisi del rischio del credito.
Sono 3,6 mila le imprese che hanno aperto una procedura fallimentare nei primi tre mesi del 2016, una riduzione del 4,5% rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2015. Il numero dei fallimenti, pur rimanendo su livelli storicamente elevati, torna quindi vicino al dato del 2013, confermando il trend decrescente osservato negli scorsi mesi. Tra le imprese analizzate si confermano in calo le società di capitale e le società organizzate in diversa forma giuridica (-5,4% e -6,3% rispettivamente). In controtendenza le procedure fallimentari delle società di persone, che risultano in crescita del 3,7%.
L’EDILIZIA GUIDA IL CALO DEI FALLIMENTI. I dati settoriali indicano che l’edilizia guida il calo dei fallimenti: nei primi tre mesi del 2016 sono 756 le imprese attive in questo settore che hanno aperto una procedura fallimentare, oltre 100 in meno rispetto al 2015 (-12,4%). Più contenuta, invece, la riduzione nel terziario (1,9 mila procedure, -1,9% rispetto al primo trimestre 2015), che si conferma il settore con il maggior numero di procedure, e nell’industria (560 fallimenti, -1,2%), che aveva già evidenziato un marcato miglioramento durante lo scorso anno.
Dal punto di vista geografico il Mezzogiorno traina il trend positivo, con i fallimenti che per la prima volta in due anni scendono sotto quota mille (915, -9,7% rispetto ai primi tre mesi del 2015). In calo anche le procedure nel Nord Ovest (-5,1%) e, a ritmi più contenuti, nel Nord Est (-2%). Nel Centro si registra invece lo stesso livello di procedure fallimentari aperte nel 2015.
PROCEDURE NON FALLIMENTARI QUASI DIMEZZATE RISPETTO AI MASSIMI DEL 2013. Prosegue anche nel primo trimestre di quest’anno il calo delle procedure concorsuali diverse dai fallimenti: se ne contano 500, oltre un quinto in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e il 46% in meno rispetto al picco massimo registrato nel 2013 (quando erano 919).
Sulla diminuzione ha inciso soprattutto il forte calo dei concordati preventivi (-29,5% rispetto al primo trimestre del 2015) che si dimezzano rispetto al dato del 2014. La contrazione dei concordati preventivi è dovuta, da una parte, all’effetto della riforma approvata lo scorso agosto e all’introduzione di soglie per i creditori non garantiti nei concordati liquidatori e, dall’altra, alla forte diminuzione dei concordati in bianco3, calati del 40% rispetto al primo trimestre 2015 e del 70% rispetto alle oltre 1,5 mila domande presentate nei primi tre mesi del 2013.
La diminuzione delle procedure non fallimentari è diffusa in tutti i settori e le aree del Paese. Le costruzioni e l’industria segnano cali vicini al 30%, mentre i servizi registrano riduzioni più contenute ma comunque a doppia cifra (-17,2%). Anche per queste procedure il Mezzogiorno mostra il calo maggiore (-33% rispetto al primo trimestre 2015), seguito da vicino dal Nord Ovest (-31%). Meno marcata la riduzione nel Centro (-14,2%) e nel Nord Est (-8,8%).