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Cessione crediti bonus edilizi, Bankitalia: "Nel 2023 forte calo delle operazioni sospette"

Le segnalazioni relative a cessioni di crediti di imposta ex Decreto Rilancio sono passate a 743 dalle 2.816 del 2022, anche per effetto delle modifiche normative che, a partire dal 2021, hanno inciso sulla cedibilità dei crediti generati da interventi edilizi. Lo rileva la UIF di Banca d'Italia

giovedì 27 giugno 2024 - Alessandro Giraudi

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Nel 2023 si è registrato un forte calo delle operazioni sospette relative alle cessioni di crediti di imposta generati da lavori edilizi. Lo ha rilevato l'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia.

“Le segnalazioni di operazioni sospette afferenti all’ambito fiscale continuano a ricoprire un ruolo primario nell’ambito della collaborazione attiva, con un’incidenza del 19% sul flusso segnaletico complessivo. Una componente rilevante è costituita dalle frodi nelle fatturazioni che incidono per il 29% sul totale delle segnalazioni riguardanti fenomeni fiscali. All’interno della categoria si nota un forte ridimensionamento delle segnalazioni relative a cessioni di crediti di imposta ex DL 34/2020 (c.d. “decreto Rilancio”), passate a 743 dalle 2.816 del 2022, anche per effetto delle modifiche normative che, a partire dal 2021, hanno inciso sulla cedibilità dei crediti di imposta generati da interventi edilizi”, si legge nel Rapporto 2023 dell'Unità di informazione finanziaria di Bankitalia.

Utilizzo di tecnologie basate sulla blockchain

“In relazione ai sopravvenuti limiti legali alla circolazione dei crediti d’imposta, sono emersi casi di società che, attraverso l’utilizzo di tecnologie basate sulla blockchain, associano i crediti di imposta ex DL Rilancio a crypto-assets liberamente trasferibili (c.d. “tokenizzazione”) che attribuiscono al titolare del token la facoltà in ogni momento di richiedere la cessione del credito di imposta sottostante secondo le modalità normativamente previste”, segnala il Rapporto. “Tale meccanismo – che rende estremamente difficoltosa l’identificazione dei crediti di imposta rappresentati dai tokens e la relativa origine – rappresenta una sostanziale elusione dei predetti limiti ed espone gli acquirenti dei tokens a possibili truffe qualora i crediti in essi incorporati risultino inesistenti o già trasferiti a terzi. Le analisi hanno mostrato che i rapporti delle suddette società sono spesso alimentati, anche per importi ingenti, da imprese operanti nel settore edile, alcune di recente costituzione o riconducibili a soggetti indagati o ad alta intensità di lavoro (agenzie per il lavoro, società di gestione di mense aziendali, ecc.); i fondi sono poi destinati principalmente a professionisti e imprese operanti in settori eterogenei”.

“I fenomeni fiscali continuano a caratterizzare una quota significativa del flusso segnaletico (circa un quinto del totale) con la stabile preminenza delle frodi nelle fatturazioni; sono in contrazione le segnalazioni afferenti alle cessioni dei crediti d’imposta ai sensi del c.d. decreto Rilancio, per effetto del mutato quadro normativo”, evidenzia il Direttore della UIF, Enzo Serata, nella presentazione del Rapporto. “Peraltro, si rilevano segnali di emersione di modalità alternative e sofisticate di circolazione dei crediti, che sembrerebbero elaborate proprio per eludere i sopraggiunti limiti legali, fondate sull’associazione dei crediti d’imposta a crypto-assets liberamente trasferibili, con l’effetto di rendere difficile la ricostruzione delle transazioni relative ai token in cui i crediti sono incorporati. Nei contesti di frodi fiscali caratterizzati dal trasferimento dei relativi proventi all’estero, in particolare verso la Cina, è stata inoltre riscontrata una diffusa presenza di IBAN virtuali che rendono difficile la tracciabilità dei flussi finanziari”.

“Il non corretto utilizzo delle risorse pubbliche destinate al sostegno e al rilancio dell’economia dopo la pandemia, soprattutto nell’ambito dell’attuazione del PNRR, è stato oggetto di flussi segnaletici provenienti principalmente da alcune Pubbliche amministrazioni; sono emerse fattispecie di accesso indebito a misure di agevolazione o abuso dei relativi fondi da parte di imprese riconducibili a reti facenti capo a centri di interesse unitari”, aggiunge Serata.

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