Sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.120 del 26 maggio 2015, è stato pubblicato il decreto del ministero dell'Economia dell'11 marzo 2015 recante modifiche ed integrazioni al decreto 27 giugno 2014.
Ricordiamo che il decreto 27 giugno 2014 ha definito termini e modalita' tecniche di attuazione delle misure previste dall'art. 37, commi 1 e 3, le condizioni e le modalita' di intervento de Fondo stabilite dal comma 4 del predetto articolo 37 del decreto-legge n. 66/2014 (convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89) il quale ha previsto - al fine di assicurare il completo ed immediato pagamento di tutti i debiti di parte corrente certi, liquidi ed esigibili per somministrazioni, forniture ed appalti e per prestazioni professionali - strumenti per favorire la cessione dei crediti certificati delle pubbliche amministrazioni diverse dallo Stato.
Con il DL 66/2014 è stata introdotta la garanzia dello Stato sui crediti di parte corrente certi, liquidi ed esigibili maturati al 31 dicembre 2013, purché certificati dai debitori.
Al fine di favorire ulteriormente le operazioni di cessione dei crediti certificati nei confronti delle pubbliche amministrazioni, il Ministero dell'Economia ha ritenuto opportuno procedere ad una nuova formulazione dell'art. 1, comma 1, lettera g), del predetto decreto ministeriale 27 giugno 2014.
In caso di mancato pagamento dell’importo dovuto da parte della PA debitrice, i soggetti garantiti avrebbero dovuto trasmettere l’intimazione al pagamento dell’ammontare dell’esposizione alla Pubblica amministrazione interessata entro 90 giorni dalla scadenza del termine per l’adempimento. Il decreto 11 marzo 2015 stabilisce invece che il termine è fissato decorsi 180 giorni dalla data della cessione nell’ipotesi in cui il giorno indicato nella certificazione cada successivamente.
CGIA: LA PA DEVE SALDARE ANCORA 60 MILIARDI DI EURO AI PROPRI FORNITORI. Secondo le stime presentate ieri dalla Banca d’Italia nella “Relazione Annuale 2014”, al 31 dicembre scorso il debito commerciale della nostra Pubblica amministrazione nei confronti dei fornitori privati ammonterebbe a 70 miliardi di euro.
“Depurando da questo importo i 10 miliardi circa che i creditori hanno ceduto pro soluto alle banche, si evince che la nostra Pubblica amministrazione deve saldare ancora 60 miliardi di euro ai propri fornitori”, segnala il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi.
Nonostante gli annunci, le promesse e i 56 miliardi di euro messi a disposizione dai Governi che si sono succeduti in questi ultimi anni per il biennio 2013-2014 – prosegue Bortolussi – lo stock di debito rimane ancora molto elevato, poiché la nostra Pa continua a pagare con forte ritardo rispetto a quanto previsto dalla Direttiva europea introdotta nel 2013, che impone di pagare entro 30-60 giorni.
Infatti, sostengono dalla CGIA, nonostante i tempi di pagamento nell’ultimo anno siano scesi di 21 giorni, secondo Intrum Justitia nel 2015 la nostra Pa si conferma la peggiore pagatrice d’Europa, visto che salda mediamente i propri fornitori dopo 144 giorni, contro i 34 giorni medi che si registrano in Ue. Rispetto ai nostri principali partner economici, la Francia salda le proprie fatture dopo 62 giorni, i Paesi Bassi in 32 giorni, la Gran Bretagna in 24 giorni e la Germania dopo 19 giorni.