di Franco Metta
Sulla cessione dei crediti di imposta derivanti da investimenti in Transizione 4.0 non è ancora detta l’ultima parola. Come noto il provvedimento era stato bloccato poco prima della conversione in legge DL Sostegni per l’intervento della Ragioneria di Stato, che aveva evidenziato che, per come era classificata la cessione da Sec2010 (il Sistema europeo dei conti nazionali e regionali), avrebbe comportato una maggiore spesa per il bilancio dello Stato.
Data l’importanza che la cedibilità del credito riveste per le imprese in termini di liquidità, Istat ha scritto a Eurostat per chiedere un chiarimento ufficiale, dopo che un parere era stato richiesto dalla Ragioneria di Stato. La risposta dovrebbe arrivare entro giugno, e nel caso “solleciteremo una risposta”, fa sapere Biagio Mazzotta ragioniere generale dello Stato, intervenuto in Commissione tributaria anagrafe. Risposta che dunque potrebbe portare a una riclassificazione del credito d’imposta Transizione 4.0 aprendo così la strada per la cessione a terzi.
Requisiti 4.0 necessari da subito per beneficiare del credito d’imposta
Sempre in tema di investimenti in beni 4.0, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato l’8 giugno la risposta all’interpello 394, chiarendo che i beni non dotati al momento del loro primo utilizzo di tutte le caratteristiche tecniche richieste dalle specifiche 4.0 non possono godere del credito d’imposta. La società istante chiedeva in particolare se poteva applicare il credito d’imposta 4.0 anche al costo dei carrelli elevatori acquistati nel 2017 e dotati solo successivamente di apparecchio e software per l’interconnessione al sistema informatico e gestionale. Nella risposta l’Agenzia ha richiamato la circolare n. 4/E del 30 marzo 2017 che forniva chiarimenti in merito al requisito dell’interconnessione.