di Franco Metta
Torna a crescere nel 2021 il settore del factoring (cessione dei crediti) dopo il calo del 2020, conseguente al crollo del fatturato delle imprese per effetto della pandemia, confermandosi strategico per soddisfare i fabbisogni di capitale circolante delle imprese.
A maggio il volume totale dei crediti ceduti in un anno è aumentato di circa il 49% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, portando a +9,82% la crescita del volume d'affari cumulativo dei primi cinque mesi. Anche le operazioni finanziarie legate alle catene di fornitura, in particolare il cosiddetto reverse factoring, sono cresciute di oltre il 20%.
I dati sono emersi nel corso dell'assemblea annuale di Assifact, l'associazione che riunisce le società di factoring. Nel 2020 la caduta del fatturato delle imprese aveva generato un volume d'affari cumulativo al 31 dicembre di 228 miliardi di euro, in diminuzione del 10,83% sul 2019, per la prima volta da oltre un decennio. La crescita attuale è in linea con il rimbalzo del fatturato industriale nel secondo trimestre del 2021. L'Italia nel 2020 ha mantenuto le posizioni con una quota dell'8,4% del factoring mondiale e del 12,4% di quello europeo.
Le operazioni di supply chain finance hanno raggiunto nel 2020 il 10% del volume d'affari a 22,3 miliardi (+20,78% sul 2019), 21 dei quali derivanti dal cosiddetto reverse factoring, cioè quando è l'impresa debitrice che si attiva per smobilizzare i crediti.