Smart City

Che cosa succederebbe se tutti guidassero veicoli elettrici?

Il progetto europeo Data Sim ha sviluppato un approccio di data mining basato su informazioni GPS e GSM per simulare l'impatto su mobilità e reti di distribuzione elettrica di una conversione massiccia alle auto elettriche

mercoledì 11 marzo 2015 - Erika Seghetti

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Entro il 2020 l'Ue prevede che ci sarà un boom di veicoli elettrici. Ma quale potrebbe essere l'impatto di uso massiccio di queste autovetture? Non in termini ambientali e di riduzione di emissioni inquinanti, ma relativamente alla viabilità e sopratutto alla gestione della rete elettrica. Perché il rischio di scarsità di energia, in certe aree e nei momenti di picco, piuttosto che il numero insufficiente di stazioni di ricarica, e più che reale. E porterebbe a una vera e propria paralisi delle città. Per prevenire questi scenari preoccupanti è fondamentale prepararsi per tempo. Si inserisce in questa cornice il progetto del 7° PQ DATA SIM, che  ha svolto una ricerca per determinare le conseguenze di una conversione massiccia ai veicoli elettrici, al fine di fornire raccomandazioni ai responsabili delle politiche sulle azioni da intraprendere.


Approccio basato su  dati GMS e GPS
Finora, per tracciare un quadro della situazione, mappare i flussi del traffico e prevedere trend futuri, sono stati utilizzati strumenti 'tradizionali' e generici, come questionari e sondaggi. Per ottenere informazioni più precise ed attendibili, il progetto europeo ha sviluppato un approccio spazio-temporale completamente nuovo e altamente dettagliato basato sull’uso di grandi quantità di dati GMS e GPS.

Mappare gli spostamenti per determinare la richiesta energetica
Gli strumenti consentono, ad esempio, di “osservare- spiega il coordinatore del progetto, il professor Davy Janssens, dell’Università di Hasselt in Belgio- quante persone guidano veicoli elettrici, per quanto tempo e per quali distanze, sulla base delle tecnologie attuali, e vedere come questa situazione si evolve con il migliorare della tecnologia.” Mappare gli spostamenti significa determinare  dove e quando ci sarà richiesta di energia e di quale portata. “Si può prevedere-  continua Janssens-  se esiste il rischio di scarsità di energia in certe zone, quando un determinato numero di veicoli si trova in ricarica. Per esempio, se troppi veicoli vengono caricati contemporaneamente, c’è il rischio che si spenga l’illuminazione stradale?” 


Informazioni utili per guidare gli investimenti governativi
Dare delle risposte a queste domande significa fornire informazioni utili ai responsabili delle politiche nazionali o locali, affinché investano in un rafforzamento della rete elettrica, in un incremento o un riposizionamento dei punti di ricarica o in reti e sistemi più innovativi e intelligenti. “Per la prima volta il data mining, la gestione dei database, i sistemi complessi, i trasporti, l’energia e l’informatica si sono uniti per trovare soluzioni pratiche per la mobilità”, dice Janssens.

Il progetto, che è durato tre anni e si è concluso ad agosto 2014, continuerà, probabilmente attraverso due aziende spin-off, ad analizzare i risultati ottenuti al fine di trovare soluzioni implementabili per migliorare la mobilità sostenibile in un'ottica futura.

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