Nessun comune lombardo è da ritenersi in zona 1 (ad alta sismicità), 57 Comuni sono in zona 2 (nelle province di Brescia e di Mantova), 1.028 Comuni in zona 3 (principalmente nelle province di Bergamo, Pavia, Brescia, Cremona e quindi nelle province di Lecco, Lodi, Monza-Brianza, Milano, Mantova e Sondrio), mentre gli altri 446 sono inseriti in zona 4 (sismicità molto bassa).
Questi, in sintesi, i principali dati della nuova classificazione sismica del territorio lombardo illustrata oggi a Brescia dall'assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali.
La nuova classificazione è entrata in vigore il 10 aprile 2016 (LEGGI TUTTO).
La nuova classificazione non deve essere intesa come un aumento di pericolosità del territorio - ha spiegato Bordonali - ma solamente come una svolta verso un sistema di prevenzione dei rischi e dei danni conseguenti ai fenomeni sismici.
Questo documento - ha proseguito l'assessore - testimonia la sensibilità della Regione Lombardia verso il tema della prevenzione. Una maggiore prudenza porterà a procedure più cautelative rispetto alla pianificazione territoriale e alle edificazioni. L'aggiornamento della zonazione sismica determina di fatto un livello di classificazione volto a garantire la sicurezza pubblica. Sappiamo che le amministrazioni comunali che dovranno effettuare i controlli avranno inizialmente delle difficoltà, ma l'entrata in vigore della norma, attesa da 15 anni, non era più prorogabile.
Rispetto alla zonazione precedente, il numero dei Comuni in zona 2 aumenta di 16 unità, mentre 790 passano in zona 3 e quello dei Comuni in zona 4 diminuiscono di 821 unità. Gli elementi maggiormente significativi sono l'ingresso del Comune di Brescia in zona 2 e quello di Milano in zona 3.