Rivedere e unificare i vari “fondi taglia tasse” nell'ambito della riforma fiscale; cancellare lo split payment e il reverse charge con l'avvio della fatturazione elettronica; ridurre del 50% l'Imu sugli immobili strumentali delle imprese; rendere l'Imu completamente deducibile dal reddito d'impresa e dall'Irap; modificare il regime dei minimi e tassare solo i redditi effettivamente incassati.
Queste alcune delle proposte della Cna illustrate ieri in occasione del convegno “Comune che vai, fisco che trovi”, svoltosi nella sede nazionale della Confederazione, nel corso del quale è stato presentato il Rapporto 2015 dell’Osservatorio Cna sulla tassazione della piccola impresa, curato dal Centro studi e dal Dipartimento politiche fiscali.
MODIFICARE LE REGOLE SULLA TARI. La Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa chiede anche un intervento di modifica sulla disciplina della tassa sui rifiuti (Tari), in quanto sulle imprese gravano da un lato tutte le spese riguardanti i cosiddetti “rifiuti speciali”, e dall'altro il pagamento si basa sui metri quadri e non sui rifiuti effettivamente prodotti.
NEL 2015 IN CALO DELL'1,7% IL PESO DEL FISCO SULLE PICCOLE IMPRESE. “Nel 2015 il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) si profila un calo dell’1,7%, passando dal 63,9% del 2014 al 62,2%. Siamo ancora, come si vede, ben al di sopra del 59,2% raggiunto nel 2011, l’anno zero del federalismo fiscale”, evidenzia la Cna nel rapporto 2015 sulla tassazione della piccola impresa.
“Il calo del 2015 va interamente intestato all’abolizione della componente lavoro dell’Irap. Un beneficio – osserva la Confederazione - che poteva essere ben più corposo, se non fosse stato dimezzato dal maggior prelievo dell’Irpef e dei contributi previdenziali degli imprenditori (IVS). Il taglio dell’Irap si è trasformato in reddito d’impresa, quindi immediatamente soggetto all’Irpef”.