“No alla lotteria del click day per assegnare il bonus di 600 euro a lavoratori autonomi e stagionali, partite Iva e professionisti. Già si tratta di un indennizzo minimo e che non potrà andare a tutti a causa dell’insufficiente stanziamento, affidarne la distribuzione a uno strumento aleatorio ci sembra davvero troppo. Solo il pensiero di ricorrere al click day, anzi, rappresenta un’offesa gravissima per quasi cinque milioni di italiani”.
Lo dichiara la CNA in una nota.
“Soprattutto, questo strumento – sottolinea la Confederazione - rischia di favorire i soggetti più strutturati a danno proprio di quanti affrontano l’emergenza in condizioni di svantaggio, personale e territoriale. Per motivi geografici, sociali, economici i servizi in Italia non funzionano in maniera omogenea e questa considerazione vale ancor di più per quanto riguarda la connettività e le tecnologie. In questa fase, chiediamo alle istituzioni di essere consapevoli della gravità del momento assumendo gli stessi comportamenti, informati prima di tutto alla responsabilità e al rigore, chiesti a cittadini e imprese”.
CNA: SUI CONTRIBUTI L’INPS CONTRADDICE IL DECRETO CURA ITALIA. E’ necessario scongiurare contraddizioni e paradossi nell’applicazione della disposizione per la sospensione dei versamenti tributari introdotta dal decreto CuraItalia. Per questo CNA ha inviato una lettera al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ai ministri Roberto Gualtieri e Nunzia Catalfo e al presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, chiedendo “un autorevole intervento” per dare “corretta interpretazione alle misure” varate dall’esecutivo.
La CNA rileva che la circolare Inps (nr. 37 del 12 marzo 2020) prevede che “il datore di lavoro o il committente che sospende il versamento della contribuzione, ma che contemporaneamente opera la trattenuta della quota a carico del lavoratore, è tenuto obbligatoriamente a versare quest’ultima alle ordinarie scadenze legali di versamento”.
CNA evidenzia che l’adempimento risulta “particolarmente difficoltoso sul piano applicativo ma, soprattutto, è in palese contraddizione con la ratio del decreto CuraItalia che intende sostenere la liquidità delle imprese anche attraverso la sospensione dei pagamenti che il datore di lavoro è tenuto a versare a titolo di ritenuta di acconto e contributi per conto del lavoratore dipendente. E’ necessario in questa fase così delicata per il Paese non disperdere l’efficacia delle misure del provvedimento per dare sollievo a una componente assai significativa del tessuto produttivo italiano".