“Il futuro previdenziale degli architetti italiani non può mai essere messo a rischio da operazioni dagli esiti incerti. Bene, dunque, ha fatto Inarcassa ad esprimere le proprie perplessità e a prendere repentinamente le distanze dall’iniziativa Atlante 2, confermando la propria vocazione ad investire, piuttosto, nell’economia reale. Gli architetti italiani, ed i professionisti in genere, non possono essere considerati la scialuppa di salvataggio degli istituti di credito.”
Così il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
“Non si può prescindere poi - sottolinea il Presidente degli architetti italiani, Giuseppe Cappochin – dalla situazione di crisi in cui versa la nostra professione che è strettamente legata alla crisi economica ed, in particolare, a quella dell’edilizia. Se non riparte il settore delle costruzioni - non sono solo i progettisti italiani a farne la spese - ma è l’intero Paese a non ripartire”.
“La ripresa economica passa senza dubbio attraverso significativi investimenti nell’economia della conoscenza come quella espressa dai professionisti e rappresentata, ad esempio, dalla possibilità di estendere all’intera carriera lavorativa il periodo per il quale viene chiesto al progettista - che concorre ad una gara nel settore dei Lavori pubblici - di dimostrare la propria esperienza nell’ambito dei servizi in affidamento e non limitandolo ad un solo periodo, spesso l’ultimo triennio”.
BARETTA (MEF): “L'INVESTIMENTO IN ATLANTE 2 NON PREGIUDICA IL RISPARMIO PREVIDENZIALE ANZI È CONVENIENTE”. Il governo “prende atto con rammarico della eventuale rinuncia delle Casse”, ha dichiarato il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, in audizione alla commissione vigilanza enti previdenziali. Baretta ha ribadito il parere del governo secondo cui l'investimento in Atlante2 è compatibile con la normativa attuale e con le finalità degli enti e non “pregiudichi il risparmio previdenziale” ma “sia addirittura conveniente”.
Nei giorni scorsi il presidente dell’Adepp (Associazione delle Casse di previdenza private), Alberto Oliveti, ha inviato una lettera ai presidenti delle 19 Casse di previdenza dei professionisti, per spiegare la scelta di intervenire nell'operazione Atlante 2. Secondo Oliveti i ministeri vigilanti non hanno assunto - come da accordi - le formali delibere sulla correttezza-bontà dell’investimento; non è stata ancora sciolta la riserva sul rischio che la partecipazione delle Casse venga considerata dall’Unione europea aiuto di Stato e infine la proposta tecnica di investimento “pervenuta solo per le vie brevi non contiene quei valori di rischio/rendimento compatibili con le asset allocation e con le procedure adottate da tutte le nostre Casse”.
Nel corso dell'audizione in Commissione di vigilanza, Baretta ha sottolineato come l'effettivo coinvolgimento del singolo Ente dipenda esclusivamente dalle autonome valutazioni e decisioni dei singoli organi di amministrazione delle singole Casse e Fondi. Il sottosegretario ha poi affermato che l'assenza di una regolamentazione puntuale in materia di principi generali e limitazione degli investimenti delle risorse degli Enti Previdenziali è destinata ad essere colmata da un decreto dei Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. “In particolare, gli ulteriori presidii prudenziali disporranno che l'investimento in Fondi investimento alternativi sia contenuto nei limiti del 10% delle disponibilità complessive dell'Ente. Il medesimo investimento non ecceda, inoltre, il 10% del valore del fondo alternativo stesso”.
Leggi anche: “Inarcassa: no alla partecipazione al fondo 'Atlante 2'”