Il 1° luglio è entrato in vigore il nuovo codice appalti con
tante novità per gli addetti al settore. In particolare, la qualificazione
delle stazioni appaltanti.
Secondo i dati dell’Ance su 26 mila stazioni appaltanti solo 2.404 hanno fatto domanda e 1.571 di queste sono state qualificate. Eppure, la qualificazione delle stazioni appaltanti con l’entrata in vigore è diventato requisito obbligatorio per bandire le gare di lavori sopra i 500 mila euro e quelle di servizi sopra i 140 mila.
Rischio flop per la qualificazione delle stazioni appaltanti
Dalle pagine de IlSole24Ore la Presidente di ANCE, Federica
Brancaccio chiede attenzione e tutela della competitività delle imprese per
quanto riguarda il nuovo Codice appena entrato in vigore; per questo avrebbe
preferito requisiti più stringenti.
Da diversi osservatori come l’OICE e l’ANAC mettono in evidenza come il requisito della qualificazione delle stazioni appaltanti rischia di frenare le procedure di evidenza pubblica già in partenza. “Il nostro osservatorio, da una media di 45 bandi al giorno, ha osservato uscite quotidiane per 70 gare nelle scorse tre settimane e culminati a 140 negli ultimi 4 giorni. Al punto che i siti delle amministrazioni non riescono a stargli dietro” ha raccontato Andrea Mascolini Direttore Generale OICE a IlSole24Ore.
Rallentamenti per i bandi di gara in corso
È Giorgio Lupoi a
spiegare le ragioni
dell’iniziativa OICE: “il decreto 36 contiene diverse indicazioni che
modificano sensibilmente il quadro normativo per gli affidamenti di servizi
tecnici (progettazioni, direzioni lavori, collaudi e altri servizi connessi),
con molte innovazioni, fra cui la principale è quella della digitalizzazione
dell’intera procedura di affidamento, e semplificazioni, ma anche con qualche
problema per quanto riguarda le regole applicabili e l’accesso al mercato”.
Dietro l’angolo c’è infatti il timore dell’OICE che possano determinarsi rallentamenti nell’attività amministrativa, un rischio che anche in ottica PNRR il Paese non può permettersi di correre: “La nostra proposta - aggiunge Lupoi - intende supportare le stazioni appaltanti nel rispetto assoluto del nuovo codice, fornendo indicazioni e best practices, ma soprattutto dare continuità all’attività di procurement di ingegneria architettura, cresciuta nel 2022 del 130% sul 2021 per un valore di oltre 4,4 miliardi, dato che anche nei primi sei mesi del 2023 appare confermato”.